L’Aquila, migranti a Carapelle Calvisio: l'intrigo delle carte e il tutti contro tutti

L’Aquila, migranti a Carapelle Calvisio: l'intrigo delle carte e il tutti contro tutti
di Daniela Rosone
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Sabato 9 Maggio 2020, 19:45 - Ultimo aggiornamento: 19:46

L’AQUILA - La questione del possibile arrivo di un centinato di migranti posti in sorveglianza attiva nel piccolo comune di Carapelle Calvisio di sole 84 anime sta assumendo contorni sempre più ampi e lo scontro politico si infiamma. Il caso ha varcato i confini abruzzesi: il vice di Salvini, Andrea Crippa, in visita all'Aquila, è stato durissimo: "Siamo assolutamente contrari all’invio di decine e decine di migranti in una comunità di 84 abitanti che una media di sessant’anni e dove si fa fatica a garantire persino i servizi essenziali. E’ un arrivo imponente - ha detto Crippa - che metterebbe in difficoltà sia l’amministrazione comunale che quella regionale. La Lega non c’entra niente con questa vicenda, si è sempre opposta in ogni sede e continuerà a farlo sia a livello regionale che nazionale. E’ una scelta scellerata che mette a rischio un comune piccolo, ma storico ed evocativo dell’Abruzzo”.
 



La Caritas Diocesana di Pescara, per bocca del suo direttore don Marco Pagniello, ha dichiarato all'Ansa di aver appreso della vicenda dalla stampa ed ha anche chiesto alla politica di verificare le cose, prima di parlare. Il sacerdote ha negato che si sia parlato di 100 persone e ha aggiunto che il loro interlocutore è stata la Prefettura di Pescara. "Dopo una ricognizione nella struttura a Carapelle ha detto non abbiamo più saputo nulla, noi siamo per l'accoglienza ma non vogliamo problemi con la comunità locale". 

Il deputato della Lega e coordinatore regionale Luigi D'Eramo non ci sta a questa dichiarazioni, accusa la Caritas di mentire, e pubblica una foto di un nota della Prefettura a firma del vicario, la dottoressa Ferraro, in cui nell'oggetto c'è proprio il reperimento della struttura. Si legge nelle poche righe che il Dipartimento Lavoro e Sociale della Regione ha indicato per quella funzione la struttura della Caritas e si chiede alla Asl di conoscere le valutazioni in ordine alla struttura stessa per vedere se idonea dal punto di vista sanitario. 

Il Pd dell'Aquila ha mandato la sua invettiva contro D'Eramo, reo a loro giudizio di essere assente su temi importanti del territorio ma pronto a tirare fuori, scrive il Pd, un armamentario di odio. Per i dem il deputato leghista ha commesso il classico autogol perchè la struttura è stata individuata dal settore della Regione che fa capo all'assessore Fioretti. Il Pd ricorda a D'Eramo che saranno Asl e Regione a doversi esprimere. 
" Tuttavia qualora fosse scrivono i migranti verranno ospitati nella struttura in numero proporzionato alla popolazione residente, sconteranno un periodo di quarantena senza poter lasciare la struttura e poi, sotto il controllo delle autorità italiane, saranno ridestinati altrove secondo gli accordi internazionali". 

“La Regione non ha alcun potere decisionale sull’arrivo di migranti sul proprio territorio, ma deve semplicemente limitarsi a fornire le informazioni richieste dalla Prefettura, dalle quali non può certo esimersi. Come di consueto il Partito democratico dimostra di non conoscere i temi, le procedure e i documenti, ma nonostante questo si arroga il diritto di replicare a questioni che evidentemente non conosce, peraltro strumentalizzandole”. È la replica del coordinatore regionale della Lega, Luigi D’Eramo. 

“Un autogol oggettivo quello del Pd – spiega D’Eramo -che ha diffuso una serie di informazioni del tutto prive di fondamento. La Lega ha sollevato un problema che non è affatto ideologico, ma molto pratico. Pensare di poter mettere in una comunità di ottanta persone, gran parte delle quali di età avanzata, un nutrito drappello di migranti, che per stessa ammissione del sindaco di quel borgo può arrivare fino a cento unità, è inammissibile e inaccettabile in qualunque Paese civile. Quanto agli aspetti tecnici, fa piacere apprendere che il Pd è già a conoscenza delle modalità con cui i migranti saranno inseriti nella struttura, ovvero in numero proporzionale alla popolazione residente. Se davvero fosse così, sarebbe molto interessante conoscere anche quale è la proporzione corretta su un totale di 84 abitanti. La Lega ritiene, senza ombra di dubbio, che questo numero debba essere pari a zero, ma evidentemente il Pd, nel solco di quanto ha sempre fatto e sostenuto, concepisce che l’identità di una piccola comunità possa essere stravolta in questa maniera. Sempre i solerti esponenti dem, inoltre, ritengono che i migranti sconteranno un periodo di quarantena senza poter lasciare la struttura. Ci farebbe piacere conoscere quale tipo di vigilanza sarebbe eventualmente attivata visto che il Comune è privo persino di una unità di polizia municipale. Chi controllerebbe? Chi tutelerebbe la sicurezza? Ma la cosa più interessante – prosegue D’Eramo – è il riferimento alla politica da seguire per i centri montani che, a detta del Pd, potrebbero nuovamente ripopolarsi con le persone che si allontaneranno dei luoghi di maggior afflusso a causa dell’epidemia di coronavirus. Beh, se la strategia per il rilancio turistico è ripopolare le aree interne con centinaia di migranti, questo ci appare singolare e assolutamente inaccettabile”.

In merito all’accusa di non occuparsi del territorio D’Eramo rimanda al mittente le accuse. 

Anche l’assessore Fioretti ha inteso replicare spiegando che l’iniziativa è partita dal Governo, soggetto attuatore, la Regione era tenuta a dare informazioni e il presidente ha incaricato, afferma, i settori di competenza.  Il Servizio programmazione sociale della Regione Abruzzo, fa sapere, quale atto dovuto, ha diffuso la nota della Prefettura a tutti i partners degli interventi a favore dei migranti. 

 

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