L'Aquila, morte di Luana Ricca. La Procura insiste: non ci fu induzione al suicidio

L'Aquila, morte di Luana Ricca. La Procura insiste: non ci fu induzione al suicidio
di Marcello Ianni
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Venerdì 26 Maggio 2017, 12:50
Luana Ricca, il chirurgo d’eccellenza trasferito all'Aquila, con più di 1.500 interventi eseguiti e una formazione tra Roma e Parigi, morta suicida il 29 dicembre 2015, non sarebbe stata indotta da nessuno. E’ quanto ha scritto il Pm Antonietta Picardi, a seguito degli approfondimenti richiesti dal Gip Guendalina Buccella, che si era opposta alla richiesta di archiviazione. Nei giorni scorsi, il Pm ha nuovamente insistito per l’archiviazione del caso, al quale si è opposta la famiglia del giovane e brillante chirurgo.

Sul registro degli indagati, con l’ipotesi di reato di istigazione o aiuto al suicidio, sono finiti due medici che a vario titolo hanno lavorato con la giovane chirurga: uno all’ospedale San Salvatore dell’Aquila, il secondo all’ospedale Santissima Annunziata di Sulmona. Un’iscrizione tecnica per dare la possibilità al perito di visionare il telefono cellulare e gli stessi personal computer della 38enne chirurga, alla ricerca di possibili scritti che potessero avvalorare la tesi della discriminazione nell’ambito lavorativo. Nulla sarebbe emerso.

Ora l’ultima parola spetta al Gip che potrebbe accogliere la richiesta della Picardi, oppure fissare una nuova udienza nella quale dibattere sul doloroso dramma familiare. Della vicenda è stato interessato anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.
 
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