In un mese e mezzo è stato davvero irriducibile nel perseguitare l'ex amante che poi ha deciso di lasciarlo. L'uomo, M.M., 57 anni, nativo di Lanciano e residente di Castel Frentano, ha persino inviato una lettera minacciosa alla ex persino dal supercarcere di Lanciano dove è stato recluso lo scorso 13 marzo dopo aver violato l'iniziale provvedimento cautelare di avvicinamento alla donna e successivamente gli arresti domiciliari. Entrambi i protagonisti del caso sono sposati. Sulle spalle dell'imputato, difeso dall'avvocato Silvio Rustignoli, gravano ben 16 imputazioni di comportamenti persecutori.
Ieri il gup Giovanni Nappi lo ha ammesso a rito abbreviato, subordinato all'escussione di un teste della difesa per dichiarazioni favorevoli all'uomo, con udienza fissata al prossimo 16 ottobre. Contro l'imputato il pm Serena Rossi aveva chiesto il rito immediato per il reato di stalking aggravato dalla loro pregressa relazione affettiva e di aver commesso il reato attraverso strumenti informativi e telematici.
Difatti, l'uomo l'ha minacciata anche via messaggi oltre a inviare foto succinte della vittima via Telegram sia al marito di lei che a suo padre, che di scatti ne ha ricevuti ben 77. La donna è stata perseguitata dal primo gennaio scorso fino al successivo 14 febbraio.
L'avvocato di parte civile, Michele Marchesani di Vasto, dice: «Anche la lettera da un carcere di massima sicurezza ha accresciuto il trauma per la mia assistita, finita in terapia. Inconcepibile che un detenuto per stalking possa scrivere direttamente alla vittima con altre minacce. Lui è in carcere per atti persecutori non per un furto. Riesce a continuare a molestarla persino da dietro le sbarre. E una volta che esce che fa?». Il carcere preventivo scadrà il 9 gennaio.