Mariangelo Accursio, il grande aquilano che portò il Rinascimento in Germania

Iscrizione per Jakob Fugger, Fuggerkapelle, S. Anna, Augsburg
di Stefano Rocchi
3 Minuti di Lettura
Domenica 21 Giugno 2020, 13:36
Il 28 luglio del 1530 Mariangelo Accursio, letterato, filologo e appassionato ricercatore di epigrafi latine, lascia Aquila alla volta di Augusta, in Baviera, per riunirsi alla corte di Carlo V, che ha convocato in città la Dieta imperiale perché affronti temi gravissimi. Sui Balcani e su Vienna, infatti, incombe la minaccia turca, ma sono in gioco anche i destini della Cristianità, scossa dalla Riforma protestante.

Ad Augusta Accursio giunge il 23 agosto, vi si trattiene per diversi mesi e vi tornerà a più riprese nel successivo triennio, durante il quale viaggia nel Nord Europa al seguito della corte imperiale. La città sveva, uno dei più importanti centri dell’Umanesimo d’Oltralpe, costituisce l’ambiente ideale in cui l’Aquilano può far apprezzare le sue qualità di studioso di epigrafia latina, di antiquario e di editore di testi classici. Mariangelo studia le epigrafi romane della città e ne scopre di nuove. Propone al Consiglio cittadino una nuova interpretazione, divenuta poi corrente, dello stemma della città di Augsburg. Ma tra le “imprese” finora note dell’Aquilano in quel di Augusta spicca senz’altro, per rilevanza culturale, la pubblicazione di due volumi di autori latini. Nel maggio del 1533 pubblica la prima edizione completa delle Storie di Ammiano Marcellino, dedicandola all’illustre cittadino di Augusta e banchiere, Anton Fugger von der Lilie. Nello stesso mese fa uscire anche la prima edizione a stampa delle Varie e del trattato “Sull’anima di Cassiodoro”.

Dall’epistolario di Erasmo da Rotterdam sappiamo che Accursio per circa un anno, tra il 1532 e il 1533, risiede proprio presso Anton Fugger. Secondo Erasmo, Mariangelo avrebbe esercitato su Anton una certa influenza, spingendolo addirittura a mettersi a capo della fazione cattolica contro i seguaci di Zwingli durante i tumulti scoppiati in città in occasione della Pentecoste. Che ciò sia vero o meno, il legame tra Anton Fugger e Accursio è un fatto comunque accertato e si sarebbe anche rafforzato negli anni successivi.

Ad essere finora ignota, invece, è un’ulteriore “impresa” compiuta in quel torno d’anni ad Augsburg da Accursio, su invito, come c’è credere, del medesimo Anton, vale a dire la composizione dei testi di quattro iscrizioni latine in ricordo dei defunti fratelli Ulrich, Georg e Jakob Fugger per la cappella di famiglia nell’allora chiesa conventuale di S. Anna (ora Ev.-Luth. Pfarrkirche St. Anna). Tanto la sontuosa cappella, il cui originale progetto è riferibile ad Albrecht Dürer, quanto i suoi apparati decorativi sono stati molto studiati dagli storici dell’arte, perché l’edificio costituisce «il più antico esempio di ricezione del Rinascimento italiano in Germania» (cit. B. Bushart). Anche le iscrizioni, benché finora ritenute di autore ignoto, sono state oggetto di interesse da parte degli studiosi, i quali hanno messo in rilievo l’afflato umanistico che pervade i testi.

La scoperta di quattro foglietti autografi di Accursio con le minute del ciclo di iscrizioni in un codice della Biblioteca Ambrosiana di Milano permette finalmente non soltanto di dare un nome all’autore dei testi e di osservare da vicino l’“officina letteraria” di un epigrafista del Cinquecento, ma anche di attribuire a Mariangelo Accursio il merito di aver “portato” dall’Aquila, con il suo ingegno, un’ulteriore particola di Rinascimento italiano in Germania.

Stefano Rocchi *
* Aquilano, è docente e ricercatore presso la Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco e presso il Corpus Inscriptionum Latinarum di Berlino. Un suo articolo su Accursio e le iscrizioni della Fuggerkapelle apparirà sul prossimo numero della rivista “Studi medievali e umanistici”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA