Il Parco piange lupo Claudio ucciso dai bracconieri

Il Parco piange lupo Claudio ucciso dai bracconieri
di Marianna Galeota
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Venerdì 10 Febbraio 2017, 10:40
L'AQUILA - Ucciso dai colpi di fucile di un bracconiere. E' la triste fine di Lupo Claudio che era stato recuperato il 20 marzo dell'anno scorso, ferito dopo essere stato investito da un'auto, tra Rocca Santa Maria e Torricella Sicura. Curato e guarito, era stato rimesso in libertà con radiocollare munito di rilevatore Gps e monitorato per mesi. Quel radiocollare è stato trovato, tagliato, sotto un ponte a Cessapalombo (Macerata). «Lupo Claudio aveva iniziato a trasmettere importanti notizie. Si era presto riunito al branco originale e aveva iniziato a frequentare una zona marginale dell'area protetta. Trasmetteva importanti notizie allo staff del Progetto Life MircoLupo - afferma il presidente del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga Tommaso Navarra - Notizie sulle abitudini, sui movimenti dell'animale, sul suo branco». «Si tratta di una violenza tanto grave quanto stupida che colpisce a morte l'intelligenza e la bellezza della natura nonché la storia identitaria della nostra comunità - aggiunge - Gli autori del fatto devono sapere che faremo di tutto per assicurarli alla giustizia. Il recente dibattito politico in merito all'approvazione di piani di gestione del lupo ha dimostrato di quanto poco si conosce il reale impatto della specie sulle attività umane e quanto, piuttosto, si attribuiscono al lupo danni che sono da attribuire a cani rinselvatichiti ed ibridi».

Anche il Wwf auspica «che i responsabili di questo vero e proprio crimine di natura possano essere individuati e punti. Purtroppo i precedenti non ci fanno ben sperare». «Gli atti di bracconaggio restano nella stragrande maggioranza dei casi impuniti e anche quando vengono individuati i colpevoli le pene sono ridicole - precisano Luciano Di Tizio, delegato Abruzzo Wwf Italia e Dante Caserta, vicepresidente Wwf Italia - Proprio per questo il Wwf ha presentato una proposta di legge per l'inasprimento delle pene a tutela della fauna selvatica protetta che però giace ancora in qualche cassetto della Camera dei Deputati».

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