Venduta, le tolgono il bambino e la riducono in schiavitù per elemosinare: tre arresti per la sposa bambina

Venduta, le tolgono il bambino e la riducono in schiavitù per elemosinare: tre arresti per la sposa bambina
di Manlio Biancone
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Giovedì 7 Marzo 2024, 07:16

Una storia delle più cruente che si siano mai registrare ad Avezzano. Protagonista una ragazzina costretta a elemosinare prima e poi a frequentare chi le avrebbe dato un figlio che poi le fu tolto e venduto. Incredibile: «Mi picchiavano e mi costringevano a chiedere l’elemosina in città. A volte non mangiavo e tornata a casa dovevo consegnare l’intera somma. Ma non potevo riposarmi perché dovevo pulire la casa e preparare da mangiare all’intera famiglia. Una volta arrivata in Italia ho chiesto di andare a scuola ma mi è stato risposto che dovevo lavorare perché avevo una famiglia», è il racconto di una minore ai magistrati della Dda dell’Aquila durante l’interrogatorio al quale è stata sottoposta.

Poi ha aggiunto: «Mi portavano davanti ai supermercati della città che erano frequentati dai clienti che erano lì per fare la spesa e dunque era più agevole chiedere l’elemosina e fare soldi da chi aveva compassione di me- ha aggiunto- alle 8 e mi riprendevano alle 20 e questo tutti i giorni della settimana».

L’epilogo di questa storia angosciosa consiste nel fatto che sono stati arrestati tre rumeni, (padre, madre e figlio) che costringevano una connazionale minore di 15 anni a fare accattonaggio davanti ai supermercati e la domenica davanti alle chiese. La misura cautelare è stata emessa dal Gip dell’Aquila Guendalina Buccella e ieri mattina i carabinieri della Compagnia di Avezzano hanno prelevato gli accusati nella loro abitazione di via Cavour e li hanno trasferiti in carcere. Risulta indagata anche la madre della minore che avrebbe venduto la figlia per 1.500 euro a questa famiglia rumena.

La ragazza sarebbe stata costretta a unirsi con il figlio di questa famiglia, quando aveva appena 12 anni, e avrebbe avuto anche un bambino che le sarebbe stato tolto appena messo alla luce e consegnato a persone estranee.

L’inchiesta era scattata dopo una denuncia di alcuni residenti del capoluogo marsicano. Durante le indagini gli inquirenti hanno accertato che la minorenne era ridotta in stato di schiavitù dalla famiglia di nazionalità romena. «Mi controllavano e mi seguivano- ha raccontato la vittima- rimanevo anche senza mangiare. Non mi davano soldi. Tornata a casa dovevo continuare a pulire e preparare da mangiare per loro. Non ero libera e avevo paura. Una volta ho pensato di chiedere aiuto ma poi per timore non l’ho fatto». La ragazza era stata terrorizzata dai suoi aguzzini. «Una volta sono stata picchiata - così continua la sua storia - più volte perché avevo dato confidenza a un ragazzo che mi aveva chiesto se desideravo una Coca Cola», ha raccontato la minore agli inquirenti. Gli arrestati, difesi dall’avvocato Giuseppe Marino, A.S., 19 anni, J.S., 46 anni e G.S., 45 anni, sono accusati di aver costretto la minore all’accattonaggio con la violenza, le minacce e le percosse. La madre della 15enne che non vive in Italia è difesa dall’avvocato Roberto Verdecchia. La ragazza è stata intanto allontanata dalla famiglia e portata in una struttura protetta in attesa del processo che dovrebbe tenersi nei prossimi mesi.

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