La Dinasty degli allievi di Cetteo Di Mascio cresce: dopo Oddo, in serie B arriva Grosso. L'eroe di Berlino allenerà il Bari

Fabio Grosso in posa con un tifoso durante un'iniziativa di beneficenza a Loreto Aprutino
di Orlando D'Angelo
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Giovedì 15 Giugno 2017, 16:40
PESCARA La sua assenza in questi giorni al Lido Il Moro, il buen retiro d’inizio estate di Fabio Grosso, si è notata. Gli amici delle mille battaglie di foot volley, compreso il collega e campione del mondo Massimo Oddo, hanno capito che qualcosa stava bollendo in pentola. Sotto le palme dello stabilimento balneare più trendy di Pescara si prende il sole e si mastica calcio. In tanti sembravano bene informati da qualche giorno e aspettavano soltanto l’ufficialità della scelta di Grosso,che è ufficialmente il nuovo allenatore del Bari in serie B. La "Dinasty Pescara" sulle panchine più importanti del calcio italiano continua. E c'è anche Stefano Romano, 35 anni, collaboratore di Eusebio Di Francesco prima a Sassuolo e oggi alla Roma.

Chi aveva visto nel 39enne Fabio Grosso le stimmate del futuro allenatore è sicuramente Cetteo Di Mascio, attuale tecnico della Primavera dell’Ascoli, maestro di calcio della Renato Curi che negli anni ’90 ha sfornato talenti e addirittura due campioni del mondo: anche Massimo Oddo viene dal suo vivaio. “Fabio ha fatto sempre bene, anche da giocatore, perché all’ottimo piede e alla tecnica ha abbinato il cervello. Io la chiamo la “centralina”. A questa, ora si aggiunge l’esperienza maturata da calciatore. Stravedo per lui, anche perché ha dei valori che alla lunga lo porteranno a diventare un grande allenatore”, dice Di Mascio. 

E di Oddo - richiesto da Novara e Palermo - dice: "Massimo è un predestinato, ha i numeri e presto li farà vedere di nuovo. A Pescara ha fatto vedere ottimo calcio, ha gestito ottimamente le risorse umane e la comunicazione, prendendosi sempre le sue responsabilità. Non entro nel merito dei problemi che abbia potuto incontrare durante la stagione, ma se ha fatto vedere delle qualità, significa che le ha. La carriera dei tecnici ha sempre una curva, sale e scende. Ma chi merita si rialza, come Sarri e Giampaolo”.
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