Il Parco al falconiere: «Qui la tua aquila reale non può volare»

Il Parco al falconiere: «Qui la tua aquila reale non può volare»
di Saverio Occhiuto
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Domenica 22 Dicembre 2019, 09:30
Maestosa, regale, eppure leggera come le note di un Notturno di Chopin quando si lascia planare sotto le nuvole per dominare tutto dall'alto. La storia di Inka potrebbe appassionare come quella di un film di animazione: dalla Slovacchia all'Abruzzo, per finire prima nelle mani di un falconiere italiano che non era mai riuscito a domarne l'esuberanza. Poi in quelle di un allevatore, prigione dorata ma pur sempre una prigione dagli spazi troppo stretti per chi vorrebbe misurare la sua imponente apertura d'ali con ben altre quote. Infine sul guanto giallo di un altro aquiliere, Giovanni Granati, che dopo un anno di “conoscenza” e di pazienti tentativi, è riuscito a controllare l'aggressività di questo straordinario esemplare femmina di Aquila reale, sino a farlo vibrare in volo per poi riportarlo sempre da lui senza conseguenze per nessuno. Un sogno bruscamente interrotto. Il Parco Nazionale del Gran Sasso, accogliendo un esposto presentato dalla Stazione ornitologica abruzzese, ha infatti posto il divieto di volo delle aquile ammaestrate sui cieli di Rocca Calascio. Granati, che in questi giorni si trova negli Emirati arabi per impegni lavorativi, non si dà pace. Ricorda che in altri territori, come il Parco del Gran Paradiso, è stato accolto il suo desiderio senza obiezioni: «Far volare le aquile in alcune giornate e per un tempo limitato, senza fini venatori, considerato che l'aquila, seppur predatrice in natura, in allevamento non è addestrata a cacciare».

Lui ha provato a ribattere alle ragioni messe sul tavolo dal Soa e poi ribadite dal Parco del Gran Sasso, ma non c'è stato niente da fare. Osserva che la materia, regolata da norme internazionali, è di competenza dei carabinieri forestali e non può essere demandata a un'associazione. «Un esito negativo della mia richiesta – aggiunge - significa non dare la possibilità a un'aquila, sia pur di allevamento, di volare nel proprio ambiente naturale di alta quota, considerato che tutti i monti rientrano nel perimetro dei parchi».

Dimostrazioni di questi animali per scopi turistici o di rilancio del territorio, vanno però a cozzare con le esigenze di salvaguardia delle aree protette, antica questione di cui si dibatte da decenni in Abruzzo, anche rispetto alle attività venatorie. Granati però non si rassegna: «Sono deluso di come il Parco abbia risposto, grossolanamente, alla mia richiesta e amareggiato per tutto il lavoro che ho svolto in cooperazione con il Comune di Rocca Calascio». Prima di un'ultima riflessione: «Il National Geographic ha inserito la Rocca di Calascio tra i 10 castelli più belli del mondo, ma in un territori stremato dagli eventi naturali, con economia azzerata e abitazioni distrutte, a cui anch'io – sottolinea l'aquiliere – ho dovuto sottostare».







Saverio Occhiuto
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