L'Aquila, lo sfogo dell'imprenditore assolto: «Azienda storica in ginocchio»

L'Aquila, lo sfogo dell'imprenditore assolto: «Azienda storica in ginocchio»
di Stefano Dascoli
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Venerdì 7 Febbraio 2020, 09:56 - Ultimo aggiornamento: 09:57
L'AQUILA -  «Il modo con cui sono state condotte le indagini prima e il processo in Tribunale poi, hanno irrimediabilmente infangato la mia persona e la mia storia imprenditoriale ma, al di sopra di tutto, hanno messo in ginocchio una società dalla storia cinquantennale». E' clamoroso lo sfogo dello storico imprenditore aquilano Enzo Romano Marinelli, assolto il 3 febbraio in Corte d'Appello, assieme al collega Ettore Barattelli, nel processo su presunti favoritismi nell'assegnazione dell'appalto, di circa 11 milioni di euro, per la ristrutturazione della ex caserma Campomizzi, nell'ambito dell'emergenza post terremoto 2009.

«Voglio esprimere la mia personale soddisfazione per l'assoluzione ottenuta» ha scritto Marinelli sottolineando, poi, che la vicenda ha determinato «il licenziamento di persone, padri di famiglia, che avevano lavorato insieme a me per decenni».

«Parliamo di una società ha aggiunto Marinelli - che, senza una valida ragione essendo sin dall'inizio evidente l'assoluta inconsistenza dei reati ipotizzati dal Pubblico Ministero, si è vista sequestrare l'intero suo patrimonio immobiliare ingessando l'attività di impresa che traeva linfa proprio dai proventi derivanti dal suo patrimonio. Un patrimonio prudenzialmente valutabile in almeno 10-15 milioni di euro che è stato sottratto alla disponibilità della Marinelli ed Equizi Srl per garantire un indebito arricchimento ipotizzato dalla Procura di circa 2 milioni e mezzo di euro. Con tale atto, al danno dell'illegittimità della misura cautelare disposta, si è aggiunta infatti la beffa di una valutazione degli immobili sequestrati assolutamente priva di riscontri oggettivi ed assolutamente penalizzante rispetto all'effettivo valore economico e commerciale degli stessi».

Marinelli dice che oggi la sentenza gli ha restituito «la dignità di uomo che nell'esercizio della propria attività imprenditoriale ha sempre agito nel massimo rispetto delle regole e che si è sentito intimamente orgoglioso ed onorato di aver avuto l'occasione di aiutare L'Aquila ed i propri concittadini mediante la realizzazione di alloggi per centinaia di persone sfollate in soli 70 giorni». Non manca un pensiero e un ringraziamento ai dipendenti, subappaltatori e fornitori che hanno contribuito a realizzare gli alloggi, a chi «oggi non lavora più con me» e, ovviamente, agli avvocati Cesidio Gualtieri e Massimiliano Placidi.

«Mi faccio forza chiude Marinelli - ripetendomi ciò che mi sono detto in tutto questo tempo: Non temo le parole dei violenti, ma il silenzio dei giusti augurandomi che l'accaduto consenta a tutti di fare una riflessione profonda sull'importanza dei propri ruoli e dei propri compiti tenendo conto di quanti danni si possono causare galleggiando nel dice che tanto caro a noi aquilani».

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