Quell’amore che per la donna era ormai terminato, per lui, un 70enne di Montorio, doveva invece continuare a tutti i costi. E così sono iniziate le minacce di morte, i pedinamenti con tre Gps montati sull’auto dell’amante per poter seguire i suoi spostamenti e le intimidazioni per costringerla a continuare ad avere rapporti sessuali altrimenti i loro filmati sarebbero stati diffusi a tutti i suoi familiari e i messaggi mandati a sua figlia. Ma per lui, adesso, si è aperto il processo dopo la denuncia della donna che si è costituita parte civile. Pesanti sono le accuse di cui deve rispondere: stalking e violenza sessuale con l’aggravante di aver commesso il fatto contro una persona da cui era legato da relazione affettiva.
I fatti denunciati si sono svolti tra il 2015 e maggio del 2018. E’ dopo la fine della loro lunga relazione extraconiugale che lei trova la forza di rivolgersi alle forze dell’ordine quando capisce che ormai è arrivato il momento di raccontare tutto. In realtà quella storia era finita già nel 2012, ma lui non se n’era fatto una ragione e così aveva iniziato a minacciarla di morte, ricordandole di avere due pistole, seguendola e riuscendo a montare sulla sua auto tre Gps per sapere tutti i suoi spostamenti, «intimandole – si legge nel capo d’imputazione – che avrebbe dovuto continuare ad avere rapporti sessuali se non avesse voluto che i loro filmati venissero diffusi a tutti i familiari della donna». Non contento, ha pure mandato dei messaggi alla figlia di lei con chiari riferimenti a quei rapporti sessuali avuti con sua madre.
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