Sul registro degli indagati sono così finiti sei medici, nei confronti dei quali il procuratore della Repubblica Stefano Iafolla ha ipotizzato il reato di omicidio colposo. La vittima era stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico alla fine di settembre scorso, nel quale le era stata asportato parte del pancreas. All’ospedale di Sulmona era rimasta ricoverata fino a metà dicembre per essere poi dimessa. Durante la degenza la donna aveva avuto la comparsa di un piaga da decubito sacrale, ma nella dimissione non le erano state prescritte terapie al riguardo. Poi la notte di Capodanno l’inizio del calvario: la donna vomita liquido biliare e il figlio avverte i medici, ma in ospedale viene trasferita solo qualche giorno dopo e subito dimessa: "Semplice catarro" avrebbero detto i medici.
Il via vai in via Mazzini dura ancora per diversi giorni, tra inviti a ricoverarsi in una struttura sanitaria assistita e innalzamenti improvvisi di febbre. La donna viene presa in carica nel nosocomio a metà gennaio e le sue condizioni, nel pellegrinaggio tra reparti (da ortopedia a chirurgia e rianimazione), peggiorano nell’ultima settimana fino al decesso di martedì scorso. Agli atti risulta al momento un referto di morte per emorragia cerebrale, ma il figlio della vittima è convinto che questo sia solo un effetto collaterale della setticemia causata dalla piaga da decubito che non è stata curata o comunque sarebbe stata sottovalutata e più in generale del come tutto il decorso post operatorio della donna sia stato seguito dalla struttura sanitaria. L’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo e il figlio della vittima, difeso dall’avvocato Alberto Paolini, ha già chiesto di potersi costituire eventualmente parte civile nel procedimento. Quando e se sarà aperto dai magistrati. Patrizio Iavarone
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