Don Gino Epicoco rilancia il messaggio di Celestino V e il miracolo della libertà

Dall'Eremita un'esperienza di impegno nel contesto delle sfide del nostro tempo

don Gino Epicoco
di Sabrina Giangrande
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Mercoledì 27 Marzo 2024, 14:34 - Ultimo aggiornamento: 14:35

L'AQUILA «A noi viene chiesto il miracolo di compiere il nostro possibile quindi è bello che gli "Amici di San Basilio" e tutti quelli che in qualche maniera collaborano a questo tipo di progetto portano sul tavolo qualcosa di interessante. Fare il miracolo, impegnarsi, mettersi in gioco per poter ottenere un piccolo tassello nel grande mare di quelle che sono le esigenze di questo nostro tempo e poter in questo senso fare un'esperienza molto più profonda, molto più bella anche di responsabilità».

Con queste parole, don Luigi Maria Epicoco ha introdotto il suo apprezzatissimo intervento nell'ambito del secondo appuntamento, invitato come ospite speciale, nel "Laboratorio Celestino V" sabato scorso a palazzo Alfieri all'Aquila, sede dell'istituto delle suore Micarelli.

Don Epicoco è un presbitero della diocesi aquilana, insegna filosofia all'Issr Fides et Ratio dell'Aquila, alla Pontificia Università Lateranense e alla Pontificia Accademia Alfonsiana. È responsabile dell'ufficio cultura. Ha fondato e guidato la Parrocchia universitaria dell'Aquila (2008-2020) e negli stessi anni è stato direttore della Residenza universitaria San Carlo Borromeo. Dal 2021 al 2023 ha ricoperto l'incarico di assistente ecclesiastico del Dicastero per la comunicazione. Si occupa a tempo pieno di formazione e tiene regolarmente conferenze e corsi di esercizi spirituali per religiosi e laici. Ha al suo attivo molte pubblicazioni tradotte in diverse lingue.

«Mentre riflettevo su che cosa condividere con voi- ha detto don Epicoco ai numerosi intervenuti- mi tornava alla mente una cosa che mi ha sempre colpito del gesto di Celestino di lasciare il pontificato: quando noi leggiamo questo evento nella vita dell'Eremita del Morrone, lo dobbiamo sempre leggere come qualcosa che afferma, non è un no è un sì! E' affermare qualcosa di assolutamente molto più grande di quello che noi immaginiamo ed è raro trovarsi davanti a delle persone che sono intellettualmente oneste».

«Chi sono gli onesti intellettualmente, perché onesti possiamo esserlo tutti nel senso che magari siamo, ma essere onesti intellettualmente significa capire ciò che noi possiamo o non possiamo fare». «Allora se mi accorgo che il mio contributo effettivamente non è più possibile rispetto alle mie capacità, alla mia forza, alla profezia che potrebbe passare attraverso i miei gesti, fare un passo indietro significa essere intellettualmente onesti, ecco noi ci troviamo davanti all'uomo che è stato onesto intellettualmente e guardando se stesso si è reso conto che c'era un primato che andava salvato che era quello del Vangelo».

«Salvare il Vangelo significa- precisa Epicoco- rendere visibile quello che Gesù a un certo punto dice nel Vangelo, quando parlando ai discepoli dice una cosa molto semplice: "chi vuole seguire la mia strada rinneghi se stesso prenda la sua croce ogni giorno e mi segua".  «Dietro la parola rinnegare noi leggiamo sempre qualcosa di negativo. Che cosa significa rinnegare? Significa saper dire di no a se stessi, saper dire di sì o di no a se stessi, cioè Cristo ci domanda una libertà che è radicale per ciascuno di noi».
«Ecco, Celestino è stato un uomo totalmente libero- conclude don Gino- e la sua vita monastica, la sua vita eremitica, la sua vita spirituale è stata una grande professione di libertà».

Sabrina Giangrande

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