Buttafuoco, primo blitz all'Aquila: «Queste gru speranza per l'avvenire»

Buttafuoco, primo blitz all'Aquila: «Queste gru speranza per l'avvenire»
di Stefano Dascoli
3 Minuti di Lettura
Domenica 10 Novembre 2019, 15:27
L'AQUILA -  Del teatro, della presidenza del Tsa, ancora non può, e non vuole, parlare. Questione di stile e di delicatezza rispetto a una formalizzazione che ancora deve arrivare. Le firme saranno apposte lunedì in Regione, attraverso l'atto di giunta che, come da statuto, sancirà l'avvio del nuovo mandato. Per il momento l'unica concessione è un «obbligo sentimentale», citando Leo Longanesi: «Carmelo Bene», che nel 1974 ha lavorato per la prima e unica volta con uno Stabile pubblico.

Nel frattempo, però, Pietrangelo Buttafuoco si è già immerso nella realtà cittadina. A modo suo, con estrema discrezione, ma anche grande intensità, profondità, coinvolgimento emotivo. Cercando di avvicinarsi subito all'anima di questo luogo. E' bastato poco, ieri, per capirlo. Ovvero intercettarlo nel cuore del centro storico, in compagnia della moglie Grazia Ascoli, siciliana come lui, a passeggio in compagnia del sindaco Pierluigi Biondi, della vice presidente del Tsa, Rita Centofanti e del direttore amministrativo dell'ente, Giorgio Iraggi.

Buttafuoco è un intellettuale, tra i più importanti del Paese. E' un giornalista, ma anche uno scrittore, un autore anche di testi teatrali -, un conduttore televisivo e radiofonico, un opinionista. Ecco perché la sua riflessione, dopo aver declinato cortesemente le domande sul Tsa, assomiglia più a una mini-lezione multidisciplinare che a un lancio di agenzia.

«Cosa mi colpisce dell'Aquila? Ogni volta che arrivo, l'infinità di gru - dice -. Un'immagine che simbolicamente tocca tutta Italia, che si attende la manutenzione, i lavori. Le gru che paradossalmente raccontano la tragedia, il dolore e la morte, qui sono, invece, l'impronta della vita, ma anche del benessere, dell'effervescenza. Il terremoto è un mettere in moto tutto. Quello che mi fa impressione, a volte, è come tutto questo manchi un po' dappertutto, altrove, nel Paese. Questo è il fiore all'occhiello della speranza, del futuro. Anzi, ancora meglio di futuro è la parola avvenire. All'Aquila trovi quello che non c'è in altri posti italiani: l'effervescenza, la mobilitazione, una festa di restituzione alla vita che manca in tutta Italia».

E' cosciente dell'importanza della cultura per la città. Tanto da citare Putin e la sua volontà, espressa di recente, di affrontare il futuro «trovando i nuovi Tolstoj, i nuovi Dostoevskij», in grado di dare «linfa alla vita e alla lingua». E poi immagina il volo di un drone, «la ricostruzione come elemento perfetto», una sorta di «cammino di transumanza di ognuno», evocando un concetto cardine della tradizione.

Alla Tgr Buttafuoco lancia, tra le righe, un messaggio di pace dopo le polemiche sul festival degli Incontri, scattate per la presunta censura alla presenza di Roberto Saviano e Zerocalcare: «Conosco uno, non l'altro. Li inviterei a un evento? Non sono bravo con gli eventi, preferisco il confronto intellettuale». Con una specifica, nodale: «Irresistibilmente attratti dalle idee altrui».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA