Coronavirus, Parruti: «L'isolamento sociale non serve, non ci sono nuovi focolai»

Coronavirus, Parruti: «L'isolamento sociale non serve, non ci sono nuovi focolai»
di Stefano Dascoli
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Martedì 28 Aprile 2020, 14:31 - Ultimo aggiornamento: 15:13

L'AQUILA - «In realtà l’isolamento sociale non serve più perché ha già funzionato». Nella giornata che ha confermato il trend in calo della curva dei contagi da coronavirus in Abruzzo, è stato il professor Giustino Parruti, direttore di Malattie infettive a Pescara e componente della task force regionale, a scattare la fotografia di un territorio che ha passato la fase critica e che ora dovrà mantenersi su binari di «ponderata prudenza».

Il ragionamento che fa Parruti è semplice: contagi “nuovi”, dal territorio, non ci sono; quelli che si registrano derivano ancora dal “filotto” generato dalle strutture assistenziali e sanitarie, in particolare per gli anziani.

Ragion per cui il famigerato “R0”, l’indice di trasmissione del virus che sarà elemento cruciale per valutare l’andamento dell’epidemia e rapportarlo a eventuali nuove chiusure, in Abruzzo ha una duplice valenza: «E’ zero – dice Parruti -, in quanto non si registrano casi di contatti derivanti da altri contatti, mentre resta sostenuto il numero di sintomatici correlati all'assistenza dei malati di Covid».

La circolazione di Covid-19 in regione, insomma, è ormai quasi azzerata. Ieri il bollettino della Regione lo ha ulteriormente confermato. Percentuale di nuove positività al 2,3%, con 15 casi su 647 tamponi analizzati: pochi per i ridotti ritmi domenicali e perché l’arretrato è ormai quasi smaltito completamente. L’altro giorno i positivi erano stati 27 su 1.234 test (2,2%).

Il totale dei casi è arrivato a 2.874. Non muta di molto la pressione sugli ospedali: 4 ricoveri in più tra quelli ordinari Covid (totale a 328), ma soprattutto ancora uno in meno in terapia intensiva (23). Il che significa che l’Abruzzo ha oltre cento posti liberi per i pazienti critici, altro parametro decisivo in ottica fine lockdown e ripresa della normalità.

Prosegue il calo dei decessi, ormai arrivati a 299 con i quattro di ieri: un 67enne di Teramo, un 91enne di Pescara, una 88enne di Montesilvano e un 67enne di San Giovanni Teatino.

L’altro dato forte di giornata è l’aumento dei guariti: ben 49 in più che portano il totale a 545 guariti. La questione ben presto potrebbe spostarsi dal focus sanitario a quello economico-sociale.

Capire, cioè, cosa potrebbe accadere alla ripartenza. «Non c’è il rischio di risalita casi positivi se faremo le cose con metodo – ha detto ieri Parruti -. La ripresa del Consorzio civile non è rinviabile. L’isolamento sociale non serve più perché ha funzionato. Dobbiamo mantenere in essere tutte le cautele per evitare nuovi contagi o intercettarli molto velocemente, in un binario di ponderata prudenza».

Per Parruti addirittura c’è già chi può considerarsi fuori dal tunnel. «La città che non è sotto assistenza sanitaria ormai viaggia su un binario di normalità e deve pensare a organizzarsi per la "fase 2". Purtroppo l'area metropolitana di Pescara-Montesilvano è grande e con forte densità di strutture assistenziale, spesso per anziani. Pertanto è difficile fare una stima: noi ce la stiamo mettendo tutta, spero che ci possa aiutare la modifica della politica dei tamponi».

E cioè, grazie ai nuovi macchinari, andare a testare innanzitutto medici, infermieri e operatori che potrebbero essere asintomatici e veicolare così il virus a loro insaputa. Cambiando la strategia che fino ad ora, per direttive ministeriali e situazioni di necessità, ha escluso dallo screening gli asintomatici, anche contatti stretti di positivi. In questo modo, dice Parruti, identificando precocemente i casi, «entro un mese sarà finito tutto».

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