Coronavirus, Marsilio: «Pronti a riaprire, già rientrati in seimila: solo 6 positivi»

Il governatore Marco Marsilio
di Stefano Dascoli
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Lunedì 1 Giugno 2020, 09:00 - Ultimo aggiornamento: 14:56
L'AQUILA - «L’Abruzzo è pronto ad accogliere i turisti a braccia aperte». Il governatore Marco Marsilio si schiera, senza indugio, dalla parte degli “aperturisti” in vista della ripresa della mobilità tra Regioni, prevista per il 3 giugno. Forte di alcuni dati confortanti: «Siamo sereni – dice il presidente della Regione al Messaggero - Penso che questa sia una responsabilità di governo e Ministero che hanno tutti gli elementi di valutazione: se si riapre la mobilità non credo che le Regioni debbano mettersi a guerreggiare. Ho come punto di riferimento le persone che sono rientrate dopo il 4 maggio che si sono registrate sulla nostra piattaforma informatica: sono oltre seimila e di queste solo sei sono risultate positive al coronavirus, di cui tre dalla Lombardia e una dall’estero. Stiamo parlando dell’uno per mille, lo 0,1 per cento. Tutto sommato mi sembra la stessa incidenza di un qualunque campione della popolazione. Un dato simile, persino inferiore, è quello dei tremila operai controllati all’Aquila, di cui moltissimi provenienti dal Nord: solo uno è risultato positivo».

Il tema si intreccia con quello della partenza della stagione balneare.
«A fronte del fatto che sono ormai settimane che la gente si muove, chi doveva rientrare lo ha fatto. Credo, peraltro, che il grosso del movimento turistico arriverà a luglio e agosto, quando la situazione dovrebbe evolvere ancora più positivamente, salvo sorprese rispetto alle quali si farebbe sempre in tempo a intervenire. Il monitoraggio è settimanale, eventuali recrudescenze verranno valutate».

I balneatori sono attesi da una stagione difficile. Sarà davvero così?
«I balneatori stanno ripartendo. Le principali associazioni di categoria hanno ringraziato la giunta per il lavoro a stretto contatto. Così come abbiamo fatto con i Comuni per le spiagge libere: il protocollo che abbiamo adottato di fatto è scritto dall’Anci. Dalle prime avvisaglie ritengo che ci saranno sicuramente difficoltà e sacrifici da fare, ma sono un po’ ottimista: non così pesanti come si poteva temere qualche giorno fa. Al primo raggio di sole abbiamo visto spiagge belle piene, si fa quasi fatica a contenere l’afflusso. Presto anche gli stabilimenti si riempiranno di prenotazioni».

Zero nuovi casi, l’altro giorno, per la prima volta. Che significa?
«Da molto tempo aspettavamo questo risultato. Non ci illudiamo che non ci siano nuovi contagi, ma è anche vero che da molti giorni si contavano pochissimi casi. Sul territorio di fatto il virus non circola più, c’è qualche piccola sacca rispetto a focolai conosciuti e circoscritti. Si spera che questo dato resti stabile».

In settimana si è attivato il Covid-Hospital a Pescara. E’ una scelta di cui confermate la convinzione? Come si innesterà con il riordino della rete ospedaliera regionale?
«La validità dell’operazione Covid-Hospital credo che ormai sia sotto gli occhi di tutti. A Pescara si è fatto festa nel liberare almeno una parte dei reparti. Mentre ci sono cronache nazionali e reportage che vanno cercando, anche con un tono un po’ da caccia alle streghe, le cattedrali nel deserto, noi abbiamo un reparto pieno e funzionante. Questo fa la differenza e ci rende orgogliosi di questo lavoro, peraltro confermato dal decreto legge del 20 maggio che prescrive per tutte le Regioni quantomeno il raddoppio dei post di terapia intensiva e sub e di rendere l’aumento strutturale. Da qui a pochi giorni questo verrà sistematizzato in un piano da presentare al Ministero. Terremo d’occhio anche la compatibilità con la rete ospedaliera che da qui a breve, entro l’autunno, andremo a chiudere sul tavolo nazionale. Questo libererà centinaia di milioni per l’edilizia sanitaria rimasti congelati per troppo tempo».

Fronte economico: sedici associazioni hanno contestato i provvedimenti della Regione. E’ rottura?
«Il dialogo non si è mai interrotto. Molte delle associazioni quando si sono rese della strumentalizzazione che è stata fatta di quel documento si sono anche premurate di chiamarci, di dare spiegazioni, di porgere anche qualche scusa. Se l’Abruzzo è stato tra gli apripista della “Fase 2”, è perché abbiamo passato ogni giorno a parlare con le categorie. Al gioco delle parti che prevede rialzi ormai ho fatto il callo».

Cosa serve per assicurare una prospettiva all’Abruzzo?
«E’ la principale cosa che deve fare il governo. La ricostruzione è solo la punta dell’iceberg di questo ragionamento. Reclamiamo semplificazione delle procedure e poteri più ampi al territorio, per sbloccare le opere pubbliche e velocizzare i tempi. Altrimenti è impossibile sviluppare l’economia. Noi stiamo predisponendo le proposte che presenteremo insieme alla altre Regioni. Spero che l’annunciato “decreto semplificazioni” veda la luce tenendo conto dei contributi».

Tornano ad avvertirsi scricchiolii nella maggioranza, come nell’ultimo consiglio regionale.
«Credo che l’incidente dello scorso consiglio sia stato uno stupido scivolone che sarà sanato con l’elezione del Garante per l’Infanzia. Peraltro tutti i partiti hanno riconfermato la fiducia nei segretari nell’individuazione della dottoressa Falivene. Questa amministrazione ha già messo a posto tante caselle importanti. La precedente non è riuscita neanche a portare un nome in aula, tanto erano incapaci di farlo. Questo fa la differenza ampiamente». 
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