Avrebbe avuto un ruolo non di secondo piano nello spaccio in città di cocaina e per questo recentemente è stato condannato alla pena di 7 anni di reclusione. Si tratta di Saliaj Pali, albanese di 44 anni assistito dall’avvocato Francesco Valentini, finito nell’ambito di un’operazione portata avanti nel 2018/2019 dagli agenti della Sezione narcotici della Squadra mobile della Questura dell’Aquila che aveva portato all’arresto di sei stranieri (tra loro anche macedoni), già giudicati in separati riti.
La particolarità dell’indagine era (tra le altre cose curiose scoperte) che la cocaina veniva venduta anche in cambio di rapporti sessuali. Accordi tra gli spacciatori e alcune ragazze in difficoltà economica, ma dipendenti dalla sostanza stupefacente. I rapporti sessuali venivano “autorizzati” dai vertici della banda. E come spesso accade sono state le intercettazioni telefoniche a chiarire anche questo curioso aspetto.
Alla fine era arrivata dunque l’autorizzazione al rapporto sessuale dei suoi sodali con le due squattrinate, peraltro consenzienti. Dalle conversazioni è emerso anche come una consumatrice di cocaina, non avendo contanti, avrebbe lasciato in garanzia un orologio di marca Festina e un computer ai malviventi. Gli arrestati acquistavano droga dal mercato romano: la nascondevano sottoterra nelle campagne vicine a piccoli centri ed alimentavano, nonostante i divieti scattati per il Coronavirus, una fiorente vendita giornaliera al “dettaglio” all’Aquila e nel circondario che procurava incassi medi di 50-60 mila euro al mese.