Ieri primo giorno di presidio davanti allo stabilimento di produzione di caldaie Riello, a Villanova di Cepagatti (Pescara). La proprietà, infatti, avrebbe deciso di chiudere mettendo a rischio il posto di lavoro di 71 lavoratori, trasferendone poi, in Polonia o in nord Italia, 19. Ma non si tratta, purtroppo, dell'unico tavolo aperto in Regione, per quanto riguarda la crisi dell'occupazione.
Crisi di sistema
Tanto che anche la politica ha deciso di muoversi.
Secondo Maiale, «le drammatiche notizie che si susseguono, in tutto il territorio provinciale di Pescara, di ridimensionamenti aziendali, licenziamenti e annunciate chiusure - dalla Brioni Roman Style di Penne fino alla Riello di Cepagatti - impongono al mondo politico, ai sindacati, alle associazioni di categoria un impegno qualificato nel tentativo di perimetrare i nefasti effetti di quella che va sempre più qualificandosi come una vera e propria smobilitazione industriale della nostra provincia. Si tratta di un processo di deindustrializzazione che si accompagna a una altrettanto drammatica crisi del commercio e dell'economia dei servizi sull'area metropolitana pescarese, settori messi a dura prova già prima di marzo 2020».