Omicidio del Gianicolo, una fiaccolata per non dimenticare Carlo Macro

di Marco Pasqua
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Domenica 16 Marzo 2014, 20:34 - Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 08:03
Quanto amore ci hai lasciato

in quanti siamo qui a scrivere

di te. Dedicarti tutta la musica

del mondo. Quanto ci manchi.




Enrico Liberatori



Una targa, due vasi di fiori e i messaggi degli amici, scritti a penna su dei fogli. Come quel «perché fa male, male da morire, senza te», firmata da un ragazzo e una ragazza che volevano bene a Carlo Macro. A un mese esatto dalla sua morte, via Garibaldi, a Trastevere, porta ancora i segni di quell'omicidio. Nel punto in cui un indiano, che viveva clandestinamente in Italia, all'interno di una roulotte parcheggiata abusivamente sulla strada che porta al Gianicolo, ha deciso di stroncare la vita di questo 33enne, amante di Springsteen e che sarebbe sicuramente andato al concerto dei Rolling Stones al Circo Massimo, il prossimo 22 giugno.



E sono segni indelebili, quelli che portano dentro il fratello Francesco e la mamma Giuliana, che non si abitueranno mai all'idea di vivere la casa di famiglia a San Pietro in Vincoli, senza Carlo. Oggi la roulotte dell'indiano non c'è più. Ma la famiglia non dimentica il contesto di degrado in cui l'omicidio è maturato. «Perché nessuno ha ascoltato i residenti, quando denunciavano la situazione di pericolo che si era venuta a creare?», si chiede. Una risposta soddisfacente non arriverà mai e questa morte resterà una feroce ingiustizia. Oggi, alle 18.30, amici e familiari ricorderanno Carlo, in una messa a Santa Maria in Trastevere. Dopo la cerimonia, con una fiaccolata raggiungeranno la maledetta curva del Gianicolo. «Abbiamo deciso di farlo per ricordare alle istituzioni che cose del genere devono essere evitate, che non ha senso morire come è successo a Carlo», spiegano su Facebook.



marco.pasqua@ilmessaggero.it