Ucciso al Gianicolo da un clochard,
Dal Comune 10 mila euro alla famiglia

Ucciso al Gianicolo da un clochard, Dal Comune 10 mila euro alla famiglia
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Lunedì 29 Settembre 2014, 15:35 - Ultimo aggiornamento: 20:11

Il Campidoglio ha deciso di stanziare un contributo in favore della famiglia di Carlo Macro, il 33enne ucciso lo scorso 17 febbraio al Gianicolo, per mano di Joseph White Klifford, un cittadino di nazionalit indiana, senza fissa dimora, che viveva in una roulotte parcheggiata su suolo pubblico.

Alla famiglia di Macro, il Campidoglio ha destinato una somma di 10.000 euro che servirà, come si legge nella delibera approvata lo scorso 12 settrembre, come «sostegno economico, da utilizzare come concorso al pagamento delle spese del processo penale, nella considerazione che dalla condanna dell'omicida non deriverà alcuna concreta utilità in termini di ristoro economico, stante la conclamata indigenza dell'omicida». Insieme al contributo, il Campidoglio ha previsto anche altre iniziative «condivise con la famiglia, quali l'apposizione di una targa in ricordo di Carlo Macro nel luogo dell'omicidio, la messa a dimora di un mandorlo in sua memoria in prossimità dell'abitazione, nonché l'individuazione di misure finalizzate ad una graduale rimozione delle roulotte dalle sedi stradali».

Un omicidio, quello di Carlo Macro, che per la sua brutalità nei mesi scorsi destò particolare turbamento nella comunità cittadina e nell'opinione pubblica nazionale, sia per le modalità con le quali il crimine è stato consumato sia con riguardo alla giovane età della vittima.

Erano le 2 di notte del 17 febbraio scorso quando Carlo Macro, insieme al fratello Francesco, dopo aver trascorso la serata nei locali di Trastevere, decide di fermare la macchina su via Garibaldi per fare pipì. Parcheggiano la Lexus vicino alla roulotte di Klifford, donata anni fa dalla comunità di Sant'Egidio. I fratelli scendono dall'auto senza chiudere gli sportelli, lo stereo è acceso e sveglia l'indiano di soprassalto. Klifford si precipita fuori e tutto dura pochissimi istanti. Secondo la versione di Klifford, lui e Carlo litigano, volano insulti e parolacce, poi la ferita mortale al polmone. Il fratello corre al presidio medico del Regina Margherita, da qui Carlo viene trasportato d'urgenza al Fatebenefratelli, dove però arriverà morto.