Ucciso a Roma a colpi di cacciavite
Pescasseroli sotto choc per Carlo

Carlo Macro
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Martedì 18 Febbraio 2014, 11:47 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 14:49
PESCASSEROLI - Una comunit sconvolta dal dolore, quella di Pescasseroli, per la morte di Carlo Macro, 33 anni, studente di Biologia, ucciso a Roma a colpi di cacciavite da un indiano di 57 anni infastidito perch la musica della radio dall’auto del giovane era troppo alta e disturbava lo straniero che dormiva nella sua roulotte.



Carlo aveva origini pescasserolsesi. Suo padre, Antonio Macro, geometra, ex dipendente di Poste italiane, aveva realizzato nella capitale del Parco una struttura alberghiera situata nella zona «in» del paese, dove attualmente risiedono scrittori e registi. Dopo la sua scomparsa, avvenuta a causa di una grave malattia, la gestione è passata alla moglie Giuliana Bramonti, nata in una frazione di Tagliacozzo, e a suo figlio Carlo.



Il giovane viveva tra Roma e Pescasseroli, impegnandosi in maniera diligente nel portare avanti l’economia dell’albergo ereditato. Quando il lavoro lo consentiva, Carlo Macro praticava lo sci da discesa, faceva escursioni in montagna e soprattutto era impegnato con associazioni ambientaliste. Ma la sua maggiore passione era la chitarra. Spesso, dalla finestra del suo hotel, echeggiavano le note delle canzoni che lui amava suonare. Tifoso della Lazio, amava festeggiare le vittorie davanti al bar della piazza del paese, dove da un grande schermo veniva proiettata la partita.



L’ultimo ricordo del giovane, è quello di quando ha partecipato, facendosi notare per il suo ingegno, al Forum organizzato dal Pnalm, dove tutti i partecipanti potevano esprimere le loro idee riguardo al futuro del turismo nell’area centrale del parco contrassegnata da una vocazione turistica consolidata. Carlo puntava sul rafforzamento delle tipicità del territorio sia enogastronomiche che artigianali, grande rispetto per la natura e mantenimento delle tradizioni locali, insomma una maggiore consapevolezza del valore del patrimonio naturalistico e culturale del Parco.



«Era un ragazzo solare - afferma Attilio Pistilli, amico di famiglia - un gran lavoratore, intelligente ed educato. Lui non era un irresponsabile, non capisco come possa essere accaduto un fatto così grave. È un dispiacere immenso. Il paese è sconvolto. Siamo tutti vicini alla madre e al fratello Francesco». Su Facebook i commenti degli amici. «Carlo Macro era un giovane originario di Pescasseroli - scrive una donna in un post -, io ho avuto il piacere di conoscerlo era una brava persona vitale e brillante è stato ucciso perché ascoltava musica, questa è l’Italia».



Duro invece il commento di un conoscente intimo di Carlo, che sulla piattaforma sociale scrive:

«Ai marò in India hanno dato 10 anni per aver ucciso dei pescatori scambiandoli per pirati in acque internazionali (non in India), l’Italia è stata accusata dal governo indiano di terrorismo, l’Onu ha detto che non può intervenire e che dobbiamo risolverla da soli, adesso in Italia un indiano ha ucciso un ragazzo senza motivo, come la mettiamo?».
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