Week-end nel Viterbese: musica, abitazioni invisibili, fiumi leggendari

Un angolo del monumento nuturale di Corviano
di Carlo Maria Ponzi
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Sabato 27 Febbraio 2021, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 11:13

Il fine settimana dispensa, come di consuetudine, un concerto della stagione promossa dall’Università. Sabato 27 febbraio (Auditorium di S. Maria in Gradi, ore 17, sempre in assenza di pubblico), arriva un musicista d’eccezione. “Il pianista Alessandro De Luca – sottolinea il direttore della rassegna Franco Carlo Ricci - che interpreterà due capolavori assoluti del poeta del pianoforte per antonomasia, Fryderyk Chopin, di cui eseguirà i “Ventiquattro Preludi op. 28” e la  “Sonata n. 3 in si minore op. 58”. La diretta streaming oppure in differita:  http://tiny.cc/stagione_concertistica

L’angolo delle escursioni squaderna domenica una meta affatto unica: il Monumento naturale di Corviano. Il percorso, guidato da Anna Rita Properzi, parte dal borgo medievale di Vitorchiano, “sospeso una alta rupe di peperino” che ha fatto da quinta a celebri scene de “L’armata Brancaleone” di Mario Monicelli. Si attraversa poi una macchia che nasconde un altro abitato, quello di Corviano, occupato nell’Alto Medioevo e punteggiato da “abitazioni  invisibili, nascoste agli occhi ostili, scavate sottoterra, attrezzate nelle grotte, accessibili in gran parte soltanto dalle pareti rocciose grazie a pianerottoli e scale mobili, ruderi di una chiesa, una piccola necropoli con tombe antropomorfe”.  Info: 333 4912669.

Sempre domenica, la guida turistica e ambientale Sabrina Moscatelli punta su un fiume leggendario (il Mignone, conosciuto da Enea secondo il poeta Virgilio, quando l’eroe andò a cercare alleati tra gli Etruschi di Cerveteri e Tarquinia) e, percorrendo l’antica Via Clodia, tocca la Mola di Oriolo Romano. “La cittadina – spiega Sabrina – vanta un territorio è ricco di sorgenti, alcune anche termali, che hanno favorito l’agricoltura anche per la presenza di affioramenti di banchi di tufo, che contribuiscono alla conservazione di acqua e al mantenimento di un sottosuolo umido.

Questa presenza di acqua creò le condizioni per lo sviluppo di un’area produttiva nel Cinquecento con la costruzione di una mola, di una ferriera e la lavorazione di lino, per la cui realizzazione, nel 1591, si spesero 175 rubie di grano”. Curiosità: la mola è stata in funzione fino al 1911. Guide: Sabrina e Maria Giulia Catemario. Info M.Giulia 3358034198; www.anticopresente.it.

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