Viterbo, «Papà sta picchiando ancora mamma, potete salvarla?»: bimbi chiamano la polizia e denunciano le violenze

Anni di maltrattamenti - sarebbero iniziati addirittura nel 2008 - e violenza sessuale, fisica e psicologia. Il padre dei suoi due figli ha 44 anni.

Viterbo, «Papà sta picchiando ancora mamma, potete salvarla?»: bimbi chiamano la polizia e denunciano le violenze
di Maria Letizia Riganelli
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Martedì 16 Maggio 2023, 06:24 - Ultimo aggiornamento: 06:25

«Potete venire a salvare la nostra mamma?». Con una telefonata due bambini sono riusciti a interrompere anni di violenze ai danni della madre, quasi sempre commesse davanti ai loro occhi. Una violenza quotidiana che il padre esercitava sulla moglie perché geloso. I ragazzini, che frequentano uno la scuola elementare e l'altro le medie, alcuni giorni fa hanno preso coraggio e il telefono in mano. Stanchi di assistere all'ennesima aggressione del padre, hanno chiamato un centro anti-violenza, con la speranza di salvare la mamma.

L'INTERVENTO DEL 113

L'operatore che ha risposto ai bambini ha subito allertato la Questura, che ha inviato gli agenti a casa della famiglia (sono georgiani da anni residenti nella Tuscia), in una frazione del capoluogo viterbese.

Qui la donna, che apparentemente non aveva segni visibili di violenza, inizialmente ha negato le aggressioni del compagno. Ma dopo poco ha raccontato tutto agli agenti. Anni di maltrattamenti - sarebbero iniziati addirittura nel 2008 - e violenza sessuale, fisica e psicologia. Il padre dei suoi due figli ha 44 anni. Dopo l'indagine della Squadra mobile coordinata dalla Procura del capoluogo è stato arrestato su ordinanza del Giudice per le indagini preliminari. Mentre madre e figli, dopo essere stati ospiti del centro anti-violenza, venerdì scorso hanno fatto ritorno nella propria casa.

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IL RACCONTO DELLA DONNA

La vittima, anche lei georgiana, ha raccontato tutti i maltrattamenti subiti, iniziati nel 2008. Anno in cui ha sposato l'uomo. «Mi picchiava sempre - ha detto la donna - e l'ultima volta soltanto perché avevo osato salutare il genitore di un compagno di scuola di nostro figlio. E questo mentre aspettavano che uscissero dall'istituto».
Una violenza brutale dettata dalla gelosia. Una volta il marito l'avrebbe anche costretta a rasarsi i capelli a zero, proprio per impedirle di mostrarsi in pubblico. «Quando ero al lavoro mi mandava messaggi per dirmi che appena tornavo mi avrebbe massacrata», ha raccontato. Un modo per mantenere sempre vivo il terrore ed evitare che la donna potesse confidarsi con qualcuno.
In tutti questi anni infatti la vittima non ha mai chiesto soccorso. Mai una denuncia, mai un intervento delle forze dell'ordine. Solo i figli che vivevano l'ordinaria violenza hanno avuto il coraggio di chiedere aiuto per lei. I poliziotti, durante le indagini, hanno raccolto le testimonianze di parenti e conoscenti della vittima. Quasi tutte le persone interpellate hanno confermato la drammatica situazione in cui la donna era costretta a vivere. Il Gip ha così emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere e per il 44enne si sono spalancate le porte del carcere viterbese di Mammagialla.

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