Mancato controllo sui debiti della spa idrica Talete: indagini sui sindaci

Mancato controllo sui debiti della spa idrica Talete: indagini sui sindaci
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Venerdì 4 Dicembre 2020, 10:44 - Ultimo aggiornamento: 22:22

Indagine della Corte dei conti sui bilanci in profondo rosso della società di gestione dell'acqua Talete. Sulla spa pubblica, costituita dalla Provincia e dai Comuni ricompresi nell'Ato 1 Viterbo (58 della provincia viterbese e 3 di quella romana), i magistrati contabili hanno messo sotto la lente i conti relativi agli ultimi dieci anni.

Secondo la procura dell'organo di controllo su atti pubblici il pesante debito, o parte di esso, di Talete potrebbe essere oggetto di giudizio. In particolare, una somma tra i 6 e i 7 milioni di euro del rosso accumulato dalla spa per assicurare il servizio idrico integrato sarebbe imputabile a un mancato controllo dei soci. Soci che, per la legge di istituzione degli Ato (strutture denominate Ambito territoriale ottimale), sono i Comuni stessi ricompresi nell'area geografica indicata, attraverso la conferenza dei sindaci.

La Corte dei conti ha inviato al Comune capoluogo, e verosimilmente ai sindaci interessati, la richiesta di documentazione sulle gestioni societarie (i bilanci in primis) relative al periodo sotto osservazione. Non è chiaro sul debito rilevato, nella fattispecie, vengano richieste informative e controdeduzioni agli enti in questione o agli stessi primi cittadini. Sono questi ultimi infatti che votano e approvano i conti sulla gestione di Talete. Che, sempre per la legge istitutiva, conferiscono la titolarità del servizio alla spa interamente pubblica, ma con una specificità: a condizione che gli entie titolari del capitale sociale esercitino sulla società un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi.

Un procedimento d'indagine simile a Viterbo si registrò nei primi anni Duemila con il caso Cev, la partecipata del Comune per rifiuti ed elettricità, che vide poi la condanna al risarcimento di diversi amministratori.

Tra cui l'attuale sindaco Giovanni Arena, che ha estinto il suo debito al momento di indossare la fascia tricolore. A oggi non è accertato se questo procedimento della Corte contabile possa essere riferito anche ad Arena, mentre sarebbe certo il riferimento al suo precedessore, Leonardo Michelini; con quest'ultimo, l'indagine vedrebbe chiamati a fornire informazioni sui conti della spa anche una decina di primi cittadini a suo tempo incaricati del medesimo controllo analogo.

In estrema sintesi, i magistrati contabili imputerebbero ai soci della spa idrica di non averne salvaguardato il capitale, visti i debiti di Talete arrivati oggi a superare i 30 milioni di euro. Cosa che avrebbero potuto garantire soltanto adeguando (ovvero, aumentando) le tariffe idriche del servizio fornito nell'Ato 1. Procedura all'esame, per l'ennesima volta, della prossima riunione della conferenza dei sindaci prevista nei prossimi giorni.
 

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