Festival cinema sulle tradizioni popolari: trionfa il film sulla Macchina di Santa Rosa di Fabio Segatori

Una delle immagini spettacolari del film di Segatori
di Carlo Maria Ponzi
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Lunedì 31 Agosto 2020, 06:30 - Ultimo aggiornamento: 14:47

LO SGUARDO DI ROSA trailer from BABY FILMS on Vimeo.



«Sono molto felice soprattutto perché è stato colto l’obiettivo del mio lavoro: raccontare il Trasporto della Macchina con gli occhi della stessa protagonista, Santa Rosa, e far rivivere attraverso il suo sguardo la fatica dei Facchini e l’emozione di migliaia di spettatori assiepati lungo il percorso».

Santa Rosa, il Trasporto diventa un film. E intanto si cercano i video storici
 
Così il regista viterbese Fabio Segatori saluta, con comprensibile orgoglio, il primo premio assegnato ieri alla sua opera “Lo sguardo di Rosa”, in occasione della serata finale del Festival cinematografico dedicato alle tradizioni popolari “Sacrae Scenae” di Ardesio (Bergamo). Più che lusinghiera la motivazione dettata dalla giuria, che ha giudicato il docu-film “un'opera completa, elaborata e visivamente affascinante che riesce a trasmettere con forza allo spettatore alcuni degli aspetti più impressionanti e ricorrenti legati alla realtà delle devozioni popolari”.

«Purtroppo – rivela l’autore – non ho potuto presenziare alla cerimonia per un lieve malanno. Che mi ha fatto rallentare anche il lavoro di questi giorni per girare una pellicola in Sardegna sulla vita di Emilio Lussu, tra i fondatori del movimento “Giustizia e libertà”, interpretato da Renato Carpentieri».
 
La filmografia di Segatori comprende vari documentari e i film: “Ragazze a mano armata” (le gesta di tre studentesse siciliane, di Corleone, studiano a Messina e sono perennemente senza un euro); “Hollywood Flies” (girato in America e distribuito in 38 paesi); “Terra bruciata” (girato interamente in Basilicata); a Hollywood ha co-prodotto il thriller “The Ghostmaker” di Mauro Borrelli, uscito in Germania e Giappone e venduto in 18 paesi.
 
Prodotto nel 2017 dalla sua casa di produzione Baby Films, in collaborazione con il Comune di Viterbo, “Lo sguardo di Rosa” ha il suo punto di forza nei mezzi messi in campo: ben 15 telecamere ad altissima sensibilità, col risultato che la straordinaria molteplicità dei punti di vista è riuscita a narrare in modo inedito l’esperienza che il Trasporto della santa patrona rappresenta per i viterbesi.
 
Secondo Segatori al Festival “Sacrae Scenae”  per “Lo sguardo di Rosa” stata apprezzata questa tecnica che è riuscita ad esaltare una delle più grandi feste popolari della Penisola, perché per la prima volta le immagini spettacolari e suggestive del docu-film  mostrano il trasporto dal punto di vista di Santa Rosa, «accomunando l’emozione – conclude Segatori -di tantissime persone, conquistate dallo stupore, dalla devozione, dalla gioia. Anche dei tanti giovani che continuano, oltre ogni previsione, a identificarsi in questa tradizione popolare che accomune tantissime città della provincia italiana».
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