Viterbo e la sua arte abbandonata
"Ora salviamo l'ex Sallupara"

Viterbo e la sua arte abbandonata "Ora salviamo l'ex Sallupara"
di Alessia Marani
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 26 Febbraio 2014, 20:04 - Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 09:41

VITERBO - Esisterebbe un inventario dei “beni mobili” di interesse storico e artistico ricadenti ne patrimonio della Asl fatto stilare ai tempi del dg Pippo Aloisio.

Da qui si potrebbe risalire a ciò che manca all’appello negli edifici abbandonati al degrado come San Simeone e Giuda o l’Ospedale Grande degli infermi, lasciato in rovina dall’Azienda sanitaria locale nel 2006 per traslocare alla Cittadella della salute (vicenda finita nella maxi-inchiesta Asl il cui processo è in corso a palazzo di Giustizia). Intanto il professore Enzo Bentivoglio, viterbese e ordinario di Storia dell’Architettura all’Università di Reggio Calabria punta l’attenzione su un altro gioiello: l’ex carcere di Sallupara. L’altra settimana il crollo di due delle volte rimaste in piedi.

L'APPELLO

Oggi più che mai serve riprendere i lavori. «Tutto inizia a metà anni ’70 da un’intuizione del mio amico e studioso Fabiano Buchicchio - ricorda Bentivoglio -.

Da documenti ricavammo che l’ex carcere risaliva ai tempi di Giulio II ed era stato progettato da Bramante. Quei ruderi bombardati nel complesso della Rocca nascondevano, in realtà, un tesoro. La scoperta fece presa sull’allora presidente Carivit, Aldo Perugi e l’idea piacque anche ai suoi successori. Che hanno messo in campo un milione di euro per la sua ristrutturazione». Nel frattempo Buchicchio si accorge di una segnalazione superficiale su Sallupara inoltrata alla Soprinentendenza del Lazio, l’edificio sarebbe stato demolito. «Allora - continua Bentivoglio - interessammo il nuovo Soprintendente, Galletti. Il quale capì il valore storico dell’edificio e appose il vincolo monumentale». Qualcuno dell’ex Stallone del Papa voleva farne addirittura un supermercato. «Quindi arriva l’interessamento dell’ex sindaco Giulio Marini che decise di procedere all’acquisto dell’immobile dal demanio. Mentre la Fondazione Carivit affida al dipartimento Patrimonio Architettura e Urbanistica dell’Università di Reggio Calabria, sotto la guida della professoressa Simonetta Valtieri la progettazione dell’intervento e un compenso simboliche per le spese vive affrontate dai giovani ricercatori». Ma accade l’imprevisto: occorre rimuovere dalle macerie alcune bombe inesplose della II Guerra Mondiale. Ci sono le elezioni, il cambio di guardia a Palazzo dei Priori. Rimossi gli ordigni, tutto resta fermo. Nessuno pensa più a Sallupara. Il crollo. «L’ex ministro Passera all’epoca manager di Intesa San Paolo - conclude Bentivoglio - disse che avrebbe partecipato all’inaugurazione. Che cosa si aspetta?».

IL PROGETTO

Ora che le volte sono crollate, lo staff della professoressa Valtieri, dovrà provvedere a un correttivo nel progetto. I resti, evidentemente, non erano stati puntellati a dovere. Troppo tempo è trascorso dalla rimozione degli ordigni bellici e le piogge con le pesanti infiltrazioni d'acqua che hanno fatto il resto.

Il progetto studiato dall'Università calabrese prevede ri riformare la volumetria originale a tre navate, una centrale e due laterali. Sopra, dov'era l'antico fienile, sorgerà una sala conferenze. Nella parte anteriore, quella che affaccia sul complesso della Rocca, le colonne (ben 24, tutte conservate, tuscaniche) rimarranno in piedi in uno spazio all'aperto che potrà essere utilizzato per expò, piccole fiere, dimostrazioni.

Nel '700 una realazione a Papa Albani parla del sito di Sallupara come "una delle più belle scuderie d'Italia". Duemila i metri cubi di macerie rimosse.

"Potere destinare questa struttura ai giovani, alle loro associazioni - continua Bentivoglio - è un elemento qualificante per una città come Viterbo".

Bentivoglio collaborò con la Procura di Viterbo al rinvenimento delle 14 Virtù Profane trafugate da Palazzo Spreca. "E' incredibile che in una città d'arte come Viterbo - afferma - un enorme patrimonio storico e artistico non sia sufficientemente tutelato e valorizzato. E che sia una Procura a dovere intervenire".

© RIPRODUZIONE RISERVATA