Omicidio di Ronciglione, nessuna parola dalle donne di casa Landolfi

Gli avvocati Gasperini e Fabrizi, difesa di Andrea Landolfi
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Giovedì 26 Novembre 2020, 07:00

Nessuna parola dalle donne di casa Landolfi.

Ieri mattina la madre, le zie e la nonna dell’imputato avrebbero dovuto testimoniare davanti alla Corte d’Assise, ma così non è stato.

L’imputato è Andrea Landolfi trentenne romano, accusato di aver ucciso, lanciandola dalle scale, la fidanzata Maria Sestina Arcuri. La tragedia è avvenuta la notte tra il 3 e il 4 febbraio 2019 nella casa della nonna a Ronciglione. La nonna sarebbe quindi l’unica testimone oculare. Testimone che fin dal primo giorno avrebbe parlato di un incidente.

Ma la Corte non ha ascoltato le sue parole. Con l’accordo delle parti sono state acquisite le testimonianza rese in fase di indagini dalle zie Monica e Paola Landolfi e dalla nonna Mirella Iezzi. Tranne quella della mamma che si è avvalsa della facoltà di non rispondere.

«Non cambia molto ascoltare - ha spiegato il pm Franco Pacifici in aula - dal punto di vista probatorio non rileva. Rilevano invece le intercettazioni che sono state già acquisite. Come quella in cui la nonna, Mirella Iezzi, dice parlando delle gocce di sangue ritrovate “certo, quando l’ha buttata giù“».

Per la difesa, avvocati Serena Gasperini e Daniele Fabrizi, la nonna 81enne di Andrea Landolfi avrebbe voluto testimoniare.

«Abbiamo detto alla Corte - hanno affermato i due legali - che la signora Fabrizi poteva testimoniare, nonostante fossero state acquisite le sue testimonianze.

La Iezzi non ha mai nascosto nulla e non si è mai sottratta a nessun interrogatorio. La sua versione è sempre la stessa e la ripete da tempo».

La donna, che vive a Ronciglione, è assistita dall’avvocato Gianluca Fontana in quanto è parte civile nel processo. Non solo, è anche indagata in procedimento connesso. Procedimento che sarebbe fermo.

«Il procedimento è sospeso - ha spiegato il pm Pacifici - per ortodossia processuale per non compromettere l’immagine della giustizia nei confronti dell’indagata. Niente da nascondere. Nemmeno la famosa perizia del professor Massimo Farneti incaricato durante le indagini. Non è stato citato tra i testimoni perché la sua perizia fu serata dall’utilizzo del laser scanner. Ma se la difesa ritine e che possa essere utile sono pronto a citarlo».

Prossima udienza il 17 dicembre, alla sbarra degli imputati gli ultimi 7 testimoni della pubblica accusa.

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