Viterbo, la cronaca delle cerimonie di insediamento del nuovo vescovo Orazio Francesco Piazza

Il vescovo di Viterbo Orazio Francesco Piazza
di Carlo Maria Ponzi
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Domenica 4 Dicembre 2022, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 19:53

In mattinata, l’intenso tour tra i maggiori templi di devozione religiosa (Santuario della Madonna della Quercia; Basilica di Santa Rosa) e i “luoghi di sofferenza” (casa circondariale di Mammagialla; casa di cura “Villa Rosa”). E a ogni tappa, parole di ammirazione sui mirabilia storico-artistici, abbinate a pause dedicate alla preghiera, raccogliendo applausi dai viterbesi, soprattutto quando, alle 15,15, è entrato in piazza San Lorenzo, scortato dal predecessore mons. Lino Fumagalli. Accolto da un picchetto militare interforze è stato salutato dalle autorità civili e militari del territorio viterbese e campano, dai sacerdoti e parroci, i religiosi, i fedeli, le confraternite e gli ordini cavallereschi, nonché da gruppi sbandieratori del capoluogo.

Una lunga e densa giornata quella vissuta ieri dal nuovo vescovo della diocesi di Viterbo: Mons. Orazio Francesco Piazza, 69 anni, già vescovo di Sessa Aurunca, direttore, nel 2004, del Centro studi sociali Bachelet, segretario della Commissione episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi della Conferenza Episcopale Italiana dal 2015 al 2021.

Sempre sorridente, affabile, non si è mai sottratto a quanti hanno allungato le mani per salutarlo e non ha mancato di emozionarsi di fronte all’accoglienza ricevuta. Un esempio su tutti: a Villa Rosa, quando al termine dell’incontro, gli ospiti della struttura gli hanno offerto una scatola di dolci e cioccolatini fatti proprio da loro come segno di affetto e di benvenuto.

Significative le parole pronunciate nel corso della giornata, che danno il senso della missione pastorale a cui il presule vorrà attenersi. “Accoglietemi tra voi come padre, fratello e amico. Non sono venuto a stravolgere – ha detto nel santuario di Santa Rosa - ma a valorizzare nel meglio quello che c’è già”.  E poi l’invito alla “condivisione nel lavorare insieme; sentitevi di realizzare il meglio; sentiamoci collegati l’uno all’altro; cerchiamo di capire insieme quello che è necessario per il bene della nostra Chiesa”.

La richiesta di “ammalarsi della sindrome dell’entusiasmo, perché la gioia e l’entusiasmo devono essere le nostre parole d’ordine. Aiutatemi a conoscere la nostra realtà”.

Alle 16,02, dopo i saluti istituzionali della sindaca di Viterbo Chiara Frontini, del presidente della Provincia Alessandro Romoli e da un commosso sindaco di Sessa Aurunca Lorenzo Di Iorio, si è dato inizio ai riti protocollari: la lettura del decreto del 7 ottobre scorso col quale Papa Francesco ha designato mons. Piazza a vescovo della Città dei Papi; il passaggio del pastorale da mons. Fumagalli al nuovo presule; quindi, una volta accomodatasi nella cattedra vescovile, è stato salutato da una lunga teoria di sacerdoti, parroci, cittadini della diocesi e di Sessa Aurunca. Alle 16,20, la Solenne Celebrazione Eucaristica, con la presa di possesso canonica.

Al centro dell’abside, davanti all’altare, mons. Piazza ha poi pronunciato a braccio l’omelia. Scandita con vigore, voce baritonale, intrecciando il commento delle letture evangeliche e di autori classici della cristianità all’invito a praticare “giustizia e pace, cinture dei nostri fianchi”, “a non voltare le spalle all’illegalità diffusa ma prendere posizione”, pur in contesto “di lacerazioni di rapporti sociali, atteggiamenti predatori che rendono l’economia senza cuore”. “Dio spera in noi – ha concluso – e invoca la nostra responsabilità”.

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