Libri, il mercato a Viterbo tiene e a sorpresa attira anche i giovani

Il Salone del libro di Torino
di Luca Telli
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Mercoledì 25 Maggio 2022, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 12:38

Tiene il mercato del libro, in crescita il numero dei giovani lettori. «A curiosare tra gli scaffali sempre più ragazze under 18 - spiega Allen Straffi, titolare di una libreria in via Saffi -. I maschi sono un po’ più timidi ma ci accontentiamo». Segnali di un rinnovato legame che sostengono anche gli affari dopo anni difficili «l’onda lunga iniziata dopo la fase più dura della pandemia sta continuando – continua Straffi -. Nel primo quadrimestre dell’anno i numeri sono incoraggianti e vicini a quelli dello scorso anno. Le previsioni da qui a fine 2022 sono molto buone».

A spingere il mercato soprattutto la narrativa ed i romanzi «anche se il libro più venduto nel mese di aprile e nella prima quindicina di maggio è stato “La luna a Kiev”, una filastrocca di Gianni Rodari illustrata da Beatrice Alemagna i proventi della quale andranno interamente devoluti alla croce rossa per l’emergenza in Ucraina». Se per i romanzi i lettori si affidano agli autori di richiamo e alla grande distribuzione c’è una nicchia crescente che pesca tra le edizioni indipendenti, «ci sono case editrici di Viterbo che stanno facendo un ottimo lavoro. Romanzi di scrittori emergenti di assoluta qualità. La sfida con i colossi dell’editoria è impari, ma sta anche a noi librai sostenere autori e imprenditori locali».

La riscoperta della lettura è un segnale che anche Fortunato Licandro, direttore editoriale di Scatole Parlanti e AttraVerso (due collane all’interno della casa editrice viterbese Alter Ego), ha raccolto nei giorni scorsi al Salone del Libro di Torino. «C’è la sensazione di un ritrovato amore verso i libri in un momento storico di confusione emotiva.

I lettori sono sempre più alla ricerca di un approdo felice dove rifugiarsi e riflettere sul mondo». Un mondo sempre più interconnesso in cui la velocità delle giornate, scandita dal ritmo delle notifiche sullo smartphone, impedisce approfondimenti e conoscenza di sé.

Spiega ancora Licandro: «I libri, non c’è smartphone che tenga, si confermano ancora il migliore strumento per espandere la propria visione sulle cose, allontanandosi dalle voci esterne, coltivando ed esercitando la fantasia. Inoltre restano strumenti ergonomicamente perfetti a differenza dei supporti digitali. Il segnale più bello di questo Salone è che, oltre ai lettori usuali, ci sono anche tantissimi giovani. Un bel segnale che dà speranza nella voglia di cultura delle nuove generazioni».

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