Turismo, allarme stagionali per agosto: «Mancano centinaia di lavoratori»

Turismo, allarme stagionali per agosto: «Mancano centinaia di lavoratori»
di Luca Telli
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Martedì 2 Agosto 2022, 04:40 - Ultimo aggiornamento: 17:43

Cuochi, camerieri, addetti alle pulizie e animatori, sono diverse centinaia le figure di lavoratori stagionali che mancano all'appello. Secondo una stima a ribasso del presidente di Federalberghi Luca Balletti circa il 20% del fabbisogno necessario per garantire la piena funzionalità del settore turismo. «Si tratta di una situazione anomala, è la prima volta che siamo di fronte ad un problema del genere». Gli effetti parlano di alberghi costretti a ridurre in alcuni casi camere e servizi e non solo, anche alcuni ristoranti si sono trovati nella condizione di dover allungare i turni di riposo settimanale perché non avevano personale. Il risultato è un danno considerevole per l'intero comparto che puntava all'estate 2022 per tornare ai livelli pre pandemici. I disagi maggiori sul litorale dove già da aprile era scattato l'allarme e, con il mese centrale dell'estate entrato ieri, la ricerca di figure professionali è ancora aperta.

«Ma neppure le città d'arte o i laghi si salvano - continua Balletti -, la Tuscia è allineata con quello che sta succedendo in tutta Italia». Se una parte degli imprenditori punta il dito contro le misure assistenziali del governo, il contestatissimo reddito di cittadinanza che scoraggerebbe soprattutto i giovani ad accettare un impiego (nella Tuscia i percettori oscillano tra il 4 e il 5 per cento, su una popolazione di 312mila persone circa 12mila con un assegno medio poco al di sopra dei 500 euro), Balletti non si ferma alla contestazione.

I numeri delle persone assistite potrebbero infatti avere un peso «ma è sbagliato addossare tutta la responsabilità all’assistenzialismo statale perché il fenomeno è globale – spiega Balletti –. Piuttosto la chiamerei una possibile concausa. Le radici temo siano più profonde. La pandemia ed i suoi effetti hanno cambiato il mercato del lavoro stagionale. Le chiusure forzate, la mancanza di una certezza che ha attraversato le prime due stagioni del Covid, hanno spinto molti a guardare altrove. Nessuno, del resto, poteva permettersi di restare senza un’occupazione a tempo indeterminato».

Ma non è tutto qui: «C’è da fare una riflessione seria anche sulla ragione di perché il lavoro nel turismo abbia una così profonda crisi di appeal. Le figure professionali non mancano dall’estate 2022. Va ristrutturato il sistema delle scuole alberghiere, rafforzata la collaborazione tra istituti e imprese e migliorata la cultura dell’accoglienza». Le chiavi della disaffezione al mondo del turismo è, secondo molti esperti, da ricercarsi nella bassa reputazione sociale di mestieri che causano stress e ad un aspetto non meno importante legato alla retribuzione. Su quest’ultimo aspetto mesi fa, quando i segnali di una crisi del lavoro stagionale era già evidente, ad alzare la voce erano stati i sindacati indicando come possibile soluzione migliori condizioni lavorative ed il rispetto dei contratti.

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