«Troppe assenze tra i banchi, hub vaccinali nelle scuole anche a Viterbo»: la proposta dei presidi

Maria Antonietta Bentivegna. presidente Anp Viterbo
di Federica Lupino
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Lunedì 17 Gennaio 2022, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 13:29

“Perché non aprire anche da noi le scuole alle vaccinazioni? Sarebbe un modo efficace per avvicinare alla campagna, soprattutto i più piccoli”. A una settimana dal rientro sui banchi in presenza dopo la pausa natalizia e nel pieno della quarta ondata, Maria Antonietta Bentivegna, presidente dell’associazione a livello provinciale, fa un primo bilancio e lancia la proposta. “A Napoli – dice – ha funzionato. All’inizio ero titubante e invece molti ragazzini hanno aderito”.

Presidente, come è andata la ripresa?

“Con le difficoltà che sono sotto gli occhi di tutti. Purtroppo, la situazione dei contagi ha permesso un rientro in presenza tra mille problematiche”.

Quali le principali nel Viterbese?

“Sono quelle che ritroviamo un po’ in tutta Italia: molte sono le classi con alunni in isolamento o in quarantena perché contatti di caso. Al momento, di aule completamente vuote non ce ne sono molte. Poi, prendiamo il tema dei depuratori dell’aria”.

Ne sono stati installati nelle scuole della provincia?

“Alcune stanno provvedendo. Ma intorno a questo aspetto circolano molte inesattezze: innanzitutto, impianti seri costerebbero almeno il doppio rispetto alle cifre stanziate. Inoltre, i dirigenti non possono mettere le mani sulla struttura: questi impianti andrebbero collegati alle rete elettrica, non certo competenza dei presidi. E servirebbe molta più energia di quanta è messa a disposizione di ciascun istituto”.

In pratica, ora il ricambio d’aria avviene con l’apertura delle finestre?

“Sì, indipendentemente da quanto sia freddo fuori”.

E sul fronte del personale, quante sono le assenze?

“Parecchie, tra malattie, vaccinazioni, contagi e altri istituti previsti dalla legge.

Tanta è la difficoltà di trovare supplenti. Alcune graduatorie sono esaurite e non bastano più nemmeno le messe a disposizione. Soprattutto nelle materia scientifiche e in matematica è diventato impossibile trovare docenti”.

Sarebbe stato meglio un ritorno in didattica a distanza?

“No, la scuola in presenza è fondamentale per la crescita dei ragazzi. I danni della dad sono anche dal punto di vista psicologico con disagi enormi per molti studenti, che spesso sfociano in problemi sanitari. Ma nonostante questo la situazione è complessa e troppe sono le responsabilità che ricadono su dirigenti e docenti, chiamati a fronteggiare adempimenti che altrove non trovano realizzazione. La scuola ancora una volta ha dimostrato la sua efficienza ma spesso se ne approfitta”.

Proposte?

“Provare come fatto a Napoli: utilizzare le scuole come hub. Appena sentita la notizia ero molto preoccupata e ho pensato alle ulteriori incombenze per i dirigenti. Ma lì ha funzionato. Solo col vaccino se ne esce. I più piccoli vanno coinvolti in un ambiente che sentono proprio e che aiuti i genitori, cui spetta la scelta, a decidere. Per i più grandi, invece, è più facile: molti si stanno vaccinando anche in famiglia non sono d’accordo”.

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