Sarà stato per il caldo o per la scarsa pubblicità data all'iniziativa (pare che nemmeno gli altri gruppi di minoranza in consiglio siano stati avvertiti), fatto che sta che in questo caso vale letteralmente il detto: chi fa da sè, fa per tre. Nel senso che a manifestare erano davvero in pochi. Ed è così che qualcuno - che evidentemente siede nei banchi della maggioranza in Comune, espressione del centrodestra e al cui interno la Lega esprime persino il vicesindaco - ha inviato l'immagine ai propri referenti nazionali, fino a farla arrivare al ministro degli Interni, Matteo Salvini. Che ha pensato bene di farne un post su Facebook dal contenuto alquanto eloquente: «Quando un’immagine vale piú di mille parole 😃 Emergenza “razzismo”, dove???», allegando la foto della manifestazione poco riuscita.
Ma Ciambella non si dà per vinta e presto replica, sempre sui social: "Caro ministro Salvini, sono Luisa Ciambella capogruppo del Partito democratico al comune di Viterbo, immortalata nella foto che ha pubblicato, mi permetto di farle questa riflessione. Si ricordi sempre che Lei è anche il mio ministro degli interni e deve per questo garantire l’applicazione dall’art. 2 e 3 della Costituzione per tutti i cittadini oltre che garantire la sicurezza per tutti", è l'incipit della replica.
«È incredibile - continua Ciambella - che non avverta in questi ultimi mesi ad 80 anni dalla promulgazione delle vergognose leggi razziali, una escalation di episodi sempre più frequenti caratterizzati da intolleranze e violenze razziste. Il problema del Ministro dell’interno non è negare l’evidenza ma condividere il no ad ogni razzismo e prevenire ogni eventuale atto di questo genere. Un primo straordinario risultato sarebbe togliere dal lessico i toni aspri e le affermazioni dure che possono, in un momento difficile come quello attuale, amplificare la rabbia ed eccitare gli animi. Un Ministro degli interni non può dire “ dove sono gli episodi di razzismo” ma dovrebbe avvertire la responsabilità di prevenirli. Faccia bene il suo lavoro e vedrà che non avrà’ la necessità di chiedere agli altri “dove ?».
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