Morte di Maria Sestina Arcuri, è di nuovo scontro tra accusa e difesa

Morte di Maria Sestina Arcuri, è di nuovo scontro tra accusa e difesa
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Sabato 26 Febbraio 2022, 20:10 - Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 13:48

Morte di Maria Sestina Arcuri, depositati gli appelli di accusa e difesa. Ieri mattina la Procura e la parte civile hanno presentato il ricorso per la sentenza di assoluzione di Andrea Landolfi. Mentre la difesa, avvocati Serena Gasperini e Daniele Fabrizi, chiedono di rivedere la condanna per lesioni alla nonna dell’imputato.

Il 19 dicembre scorso Andrea Landolfi, accusato dell’omicidio della fidanzata, è stato assolto dalla Corte d’Assise di Viterbo. Assolto perché il fatto non sussiste in quanto la tesi per cui il trentenne romano abbia lanciato Maria Sestina Arcuri dal parapetto delle scale e le abbia provocato lesioni mortali non avrebbe trovato riscontro nelle risultanze istruttorie. Dalle quali sarebbe emerso, al contrario, che si sia trattato di un tragico incidente. Assolto anche dall’accusa di omissione di soccorso, in quanto secondo la Corte si sarebbe preso cura di lei subito dopo la caduta.

Un’assoluzione andata stretta ai familiari della ventenne calabrese che fin dal primo momento hanno parlato di omicidio e chiedono quindi una sentenza diversa. «La famiglia - spiega l’avvocato di parte civile Vincenzo Luccisano - è in stato disperazione peggiore rispetto momento iniziale. Dopo aver letto le motivazioni abbiamo deciso di inoltrare appello, così come fatto dalla Procura di Viterbo. La visione emersa è errata, ci sono omissioni rispetto a quanto emerso in dibattimento. Prove non valutate, altre valutate con una visione di favore anche in presenza di elementi oggettivi». 

Secondo l’accusa il trentenne romano avrebbe lanciato la ragazza dopo una lite iniziata ore prima in pub.

A sostegno della tesi della Procura di Viterbo, che aveva chiesto una condanna di 25 anni di carcere, la ricostruzione del Ris di Roma e alcune testimonianze. Ma per la Corte la ricostruzione della caduta fornita dalla Procura «integra un giudizio di verosimiglianza, di mera probabilità e come tale non idonea a fondare una pronuncia di colpevolezza».

In particolare, gli accertamenti effettuati si sono concentrati solo su alcune ipotesi “non del del tutto convincenti”. Valutazioni della Corte ritenute “correttissime” dalla difesa di Landolfi. Difesa che ha presentato appello solamente per l’entità della pena comminata sulle lesioni alla nonna. «La sentenza è impeccabile - afferma l’avvocato Serena Gasperini -, correttissima. L’esito delle prove oggettive non poteva che condurre all’assoluzione giuste. Abbiamo presentato appello ma non contestiamo la sentenza. Abbiamo evidenziato solo l’aspetto del dolo, della volontarietà di fare del male alla nonna. Che secondo noi non c’è stato».

La prima udienza dell’Appello non sarà in tempi stretti. Le scarmiglia tra accusa e difesa potrebbero essere solo all’inizio.

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