Ospedale di Belcolle a Viterbo, lavori infiniti: la Regione rescinde il contratto con la società

Il cantiere a Belcolle
2 Minuti di Lettura
Giovedì 21 Novembre 2019, 11:13 - Ultimo aggiornamento: 17:12
«Speriamo che la ditta, ampiamente sollecitata quest'anno, recuperi per rispettare i termini», diceva la direttrice generale della Asl, Daniela Donetti, lo scorso mese sul Messaggero. A stretto giro, aveva commentato con preoccupazione Mario Malerba della Cisl: «Completare l'ospedale ci consentirebbe di riorganizzare i reparti e di ristabilire il giusto rapporto dei posti letto per abitante».

Dopo 40 anni di attese, l'accelerazione data dalla dg aveva alimentato le speranze dei viterbesi di veder finalmente ultimato il Corpo A3 di Belcolle. E invecequelle preoccupazioni si concretizzano ora nel peggiore dei modi: l'azienda sanitaria locale è stata costretta a rescindere il contratto per grave inadempimento. «La Asl di Viterbo ha proceduto alla risoluzione contrattuale nei confronti dell'appaltatore, l'associazione temporanea di impresa composta dalle società Salc e Ircop.

Le motivazioni di questa decisione gravosa e complessa fanno riferimento al mancato rispetto dei termini contrattuali sui lavori. Un ritardo che si è rivelato gravemente pregiudizievole per la realizzazione delle opere, nei tempi e nei modi previsti dal contratto di appalto e dal progetto esecutivo», fanno sapere dalla direzione.
Lunga e travagliata la storia infinita di questo cantiere. Il contratto è stato siglato il 21 settembre del 2017 in Regione tra Asl e l'Ati, con un ritardo di 5 anni. Già a dicembre del 2012 la commissione aveva stilato una graduatoria di gara, impugnata prima al Tar poi al Consiglio di Stato dalla seconda classificata, che ha infine vinto il ricorso ai danni della Ics Grandi Lavori spa (ora Costruzioni romane).

Poi, ad agosto dello scorso anno l'affidamento dei lavori che, da capitolato, andavano chiusi in 270 giorni lavorativi, ovvero il 30 novembre prossimo (tutto finanziato dalla Regione con 9.624.904 euro). Adesso la doccia fredda: «Considerando l'importanza e il valore strategico del completamento, l'Azienda si è trovata nelle condizioni obbligate di porre in essere la risoluzione contrattuale in danno», continua la Asl.

Il ritardo è monstre: è stato realizzato appena il 10% dei lavori, anziché l'80%. E ora? «Con un successivo provvedimento affideremo i lavori, con l'impegno di privilegiare i percorsi più celeri consentiti dalla normativa vigente», assicurano dalla Asl. Con il rischio di un ennesimo, lungo rinvio.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA