Tounkara, tre gol in due partite con la maglia della Viterbese: se l'immaginava un inizio così?
«Lavoro sempre per migliorare e non guardo tanto alle mie prestazioni, ma alla squadra. Questi gol sono serviti per vincere e portare a casa punti: se segno ma perdiamo, sono triste».
Intanto doppietta a Bari e trenino sotto la curva Nord...
«Premetto che non volevo offendere nessuno. I compagni mi chiamano Pantera e quello è il nostro modo di esultare quando segno. In tanti hanno parlato senza sapere come stavano le cose».
E' già accaduto: l'episodio del 2017, per il Daspo rimediato per aver difeso il compagno di squadra Biglia, passa come una testa calda.
«E quando il mondo intorno ti etichetta è dura fargli cambiare idea. A me però non interessa: in quell'occasione sbagliai, avrei dovuto parlare con quel tifoso, che magari aveva il biglietto omaggio, ed è stato tutta la partita ad offendere».
Invece...
«Invece mi ha rivolto brutte parole e io ho reagito spintonandolo. Quella vicenda mi ha insegnato a essere un uomo più maturo; poi la nascita di mia figlia ha completato l'opera».
Tounkara ha doppia nazionalità, spagnola e senegalese: domenica scorsa a Cagliari il centravanti dell'Inter, Lukaku, è stato vittima di insulti razzisti. Cosa ne pensa?
«Anche a Bari ho sentito insulti per il mio colore della pelle. Nel 2019 è assurdo, ma a me questa cosa carica a molla: magari sto giocando male ma se sento offese pesanti, in campo provo a spaccare il mondo».
Cosa le ha detto il suo idolo e amico Balotelli della doppietta di Bari?
«Siamo amici, ci sentiamo spesso. E' stato contento e mi ha spronato a continuare così. Lui è un grande calciatore e io lo valuto per quello che fa in campo: spero di vederlo presto».
Dove potrà arrivare questa Viterbese?
«Arriveranno momenti complicati, ma il gruppo è forte. Nessuno obiettivo: stiamo diventando una squadra e vogliamo arrivare più in alto possibile».
Magari con un Tounkara in doppia cifra.
«Prima la squadra».
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