Maltratta e sequestra la fidanzata 15enne, a processo 26enne

Il Tribunale di Viterbo
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Giovedì 3 Dicembre 2020, 06:45

Lei una ragazzina di 15 anni, lui un adulto di 26.
Nonostante 11 anni di differenza intrecciano una relazione.
«Abbiamo provato con tutte le nostre forze - racconta la mamma della ragazza oggi maggiorenne - a non farli frequentare ma lei era ostinata e lui le faceva il lavaggio del cervello. Sono stati 4 anni terribili».
E non solo per la notevole differenza d’età.
L’uomo è a processo davanti al giudice Silvia Mattei per maltrattamenti. E ieri la madre della vittima ha raccontato tutta la storia. 
«Lei all’inizio per riuscire a vederlo, anche se io e il padre eravamo fortemente contrari, scappava di casa. La notte usciva dalla finestra e noi giravamo per ore per cercarla. Non sapevamo più come fare, cosa fare. Fino a che lui a iniziato a picchiarla. La picchiava e la insultava. Ma lei continuava a stare con lui. Una volta abbiamo dovuto denunciarlo per sequestro di minore perché non riuscivamo più a trovarla. Era agosto e la ritrovò la polizia».
Dopo alcuni anni di frequentazione la ragazza rimane incinta e la famiglia decide di prendere sotto lo stesso tetto i due e la bambina piccola.
«Sono stati con noi 9 mesi. Gli ho dato la nostra camera da letto. Mio marito è andato a dormire con nostro figlio e io sul divano. E’ stato un disastro. Nessuno dormiva mai perché loro litigavano di continuo. Lui le diceva che il figlio non era suo, che era una puttana e la picchiava. La picchiava e rompeva i mobili. Era aggressivo e passava le giornate a gironzolare per il giardino bevendo lattine di birra. Mia figlia non fiatava era remissiva perché aveva paura anche per noi. Io stessa sono stata minacciata di morte. Non sono stati anni difficili, ma terribili».
La relazione tra i due si interrompe quando lui esagera.
«Un giorno ci ha chiamati - ha detto infine - ci ha chiesto di andare subito a riprenderla. Era davanti a un bar. Lui l’aveva massacrata di botte con la figlia in braccio. E’ stato quel giorno che ha capito che doveva eliminarlo dalla sua vita». 
Il processo riprende il 29 gennaio 2021.

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