Maestra cattiva all'asilo, strattonava e insultava i bambini perché ridevano

Carabinieri
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Sabato 27 Maggio 2023, 05:55 - Ultimo aggiornamento: 09:45

«Dagli sguardi dei bambini ho avuto la certezza che in classe accadeva qualcosa». Sguardi terrorizzati e pieni di lacrime che raccontavano giorni pieni di insulti, grida e strattonamenti. La maestra della scuola dell’infanzia di un piccolo centro della provincia di Viterbo, raggiunta ieri da un’ordinanza che le impedirà di entrare nelle scuole per 12 mesi, terrorizzava i suoi piccoli alunni ogni giorno dell’anno scolastico. E’ stata la dirigente dell’istituto (di cui omettiamo il nome per non rendere identificabile la scuola e quindi le piccole vittime), di concerto con i genitori dei piccoli coinvolti, a chiamare i carabinieri per mettere fine a tanta sofferenza.

«Ho sporto denuncia dopo un lavoro fatto sia con i genitori che con l’insegnante - ha spiegato la dirigente -, la scuola non è stata dormiente, anzi. Dopo aver raccolto informazioni ho anche parlato con i bambini, che so essere molto piccoli, ma dai loro sguardi ho capito. E ho sporto denuncia». L’insegnante, una donna che esercita la professione di maestra d’asilo da moltissimi anni, dopo l’indagine dei carabinieri è stata sospesa dall’insegnamento e dovrà affrontare un procedimento giudiziario che si prospetta non semplice. 

«L’indagine tecnica, condotta monitorando per più di un mese l’aula, ha posto in risalto - spiegano i carabinieri - un “metodo” educativo e didattico improntato a un rimarcato autoritarismo, condotte aggressive e comportamenti denigratori, tutti contegni non solo confliggenti con un percorso di sana crescita dei minori in tenera età ma forieri di sofferenze e disagi che si sono spesso protratti negli anni a seguire».

Quotidianamente, i bambini diventavano vittime delle ire della maestra che, con i propri atteggiamenti autoritari, aggressivi e violenti, li sottoponeva ad un clima di paura e frustrazione.

I piccoli, alcuni di appena tre anni, non riuscivano a manifestare chiaramente la loro sofferenza ai genitori, ma molti di fatto si rifiutavano di entrare in classe ogni mattina. Piangevano e si dibattevano all’ingresso della scuola. I genitori inizialmente non capivano come mai i loro figli non volessero andare a scuola, ma pian piano confrontandosi hanno capito cosa accadeva nella loro classe. 

A volte bastava una innocente risata fuori posto a far perdere le staffe all’insegnante che, in un episodio, per tutta risposta a quel contegno innocente, avrebbe trascinato un bambino per un braccio mettendolo in disparte rispetto a tutti gli altri. La maestra non si sarebbe limitata a strattonare il bambino che aveva riso contro il muro ma lo avrebbe minacciato gridando “Te do’ na papagna”, “stai zitta non sei nessuno”, “smettila di piangere che ti butto dove butto i rami secchi”. Era infatti diventata un’abitudine per la maestra apostrofare i bambini con epiteti ingiuriosi, come “scema o faccia da c…” oppure urlare a pochi centimetri dal viso dei piccoli alunni che scoppiavano in un pianto inconsolabile. Atteggiamenti aggressivi immortalati dalle telecamere poste nella classe dai carabinieri del Nucleo investigativo.

«Le indagini condotte - concludono i carabinieri - hanno consentito alla Procura di Viterbo di dare solidità ad una ipotesi di abituale condotta di maltrattamento fisico e psicologico, anche in forma assistita, e richiedere che la donna venisse allontanata dall’attività di insegnamento. La maestra quindi, interdetta all’insegnamento per 12 mesi, non potrà esercitare tale professione in qualsiasi istituto scolastico, pubblico o privato».

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