Tanto per tranquillizzare, Stelliferi e Giovagnoli chiariscono subito che la famigerata Planthotrix rubescens non c’entra nulla: «Non si tratta di alga rossa, ma di altri tipi di alghe». Messo da parte lo spauracchio di quella tossica, ecco cosa dicono le ordinanze. A Ronciglione, divieto di balneazione tra La Scaletta e Riva Fiorita, perché nel campione di acqua sono stati rilevati cianobatteri superiori al consentito. A posto invece a Punta del lago e al ristorante San Souci. «C’è stata una fioritura – spiega Giovagnoli – ma l’Arpa farà ulteriori controlli».
Stesso discorso a Caprarola, a La Bella Venere. A posto invece Lido Fogliano. «Qui – commenta Stelliferi – ci sono attività che lavorano, quindi è bene sottolineare subito che i valori dettati dalle alghe sono di poco superiori alla norma e che non si parla di quella rossa. Per questo l’Arpa sta già effettuando ulteriori campionamenti e altri ne farà la prossima settimana». In entrambi i casi le ordinanze sono temporanee.
A Ronciglione se la prende invece con l’alga rossa e coi fitofarmaci Raimondo Chiricozzi dell’Aics ambiente. «Chi salverà il lago da morte certa?», chiede. Perché «da tempo immemorabile sollecitiamo, quasi inascoltati, interventi decisi al fine di evitare l’inquinamento delle acque di tutto il lago e la messa in atto di iniziative per il suo disinquinamento: sta perdendo tutta la sua vitalità».
© RIPRODUZIONE RISERVATA