Gesù “nascosto” nella canzoncina di Natale a scuola, Salvini: «Una follia»

Gesù “nascosto” nella canzoncina di Natale a scuola, Salvini: «Una follia»
di Roberta Pugliesi
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Sabato 15 Dicembre 2018, 12:26 - Ultimo aggiornamento: 19:26

Gesù censurato: sul “caso di Tuscania” intervengono il ministro Matteo Salvini e l’onorevole Giorgia Meloni. Ma prende una posizione netta anche la Curia vescovile, che attraverso le parole del vicario del vescovo Lino Fumagalli, don Luigi Fabbri, dichiara offensiva la scelta dell’insegnante: «E’ una mancanza di rispetto verso la nostra identità».

Il leader della Lega sul suo profilo social definisce “follia” l’aver sostituito Bambino Gesù con Bambino laggiù, commentando che «se una maestra ha davvero fatto questo, dovrebbe rammaricarsi della sua idiozia. Come si può anche solo pensare che una canzoncina delle elementari dia fastidio ai bimbi di altre religioni?». A distanza di poche il segretario nazionale di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni twitta così: «L’anno scorso una insegnanate sostituì Gesù con Perù, quest’anno un’altra cambia Bambino Gesù con Bambino Laggiù. L’unica cosa da cui andrebbero tutelati i bambini non sono le canzoni natalizie, ma certe maestre schiave del furore ideologico e del politicamente corretto».

Nei giorni scorsi una maestra della elementare Ridolfi ha modificato il testo della canzone di Natale, una scelta «per rispettare anche chi non è di fede cristiana e durante l'anno ha scelto di non frequentare l'ora di religione». La decisione ha scatenato un vespaio di polemiche tra genitori, amministratori e gran parte dei tuscanesi: «Le tradizioni non si cambiano».
«Come comunità ecclesiale - ha detto don Luigi Fabbri, vicario del vescovo - condividiamo lo stupore e la meraviglia delle famiglie, delle istituzioni civili e di quanti faticano a capire la logica di una scelta didattica che contraddice il ruolo stesso della scuola, che deve offrire un'educazione aperta ed inclusiva e non esclusiva». Con il rimando a ciò che costituisce «la nostra identità e le nostre radici più profonde - ha aggiunto - ricordiamo che l'integrazione è un dovere ma come ha affermato Papa Francesco, nella misura in cui non sia una minaccia contro la propria identità. Scelte di questo genere riteniamo siano offensive proprio di coloro che si vorrebbe rispettare, in quanto considerati incapaci e non all'altezza di discernere e accogliere la ricchezza della nostra storia, cultura e tradizioni».

Da parte della Curia ci si chiede poi «se, in base a certi criteri, a scuola si potranno insegnare ancora la Divina Commedia e i Promessi Sposi. Se i testi di storia dell'arte dovranno essere censurati. E se dovrà essere rivisto il calendario, visto che contiamo gli anni dalla nascita di Cristo. Ci auguriamo che il testo venga cantato nella versione originale, senza paure. E un saluto affettuoso ai bambini della scuola di Tuscania, chiedendo loro scusa se noi adulti stiamo rovinando la festa più bella e più attesa».
 

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