«Non ci sono forze dell’ordine sufficienti, i controlli per arginare il contagio non funzionano». Sfondato il tetto dei duecento contagiati da Covid a Civita Castellana, il sindaco Luca Giampieri alza la voce.
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Dopo che la lista delle persone risultate positive ai tamponi si è allungata di altre 22 persone (221 il totale); appena tre quelle guarite, invece. Il campanello dell’allarme ha ripreso a suonare senza sosta in tutto l’Agro falisco: conteggiando altri otto comuni della zona, (40-45 mila abitanti in tutto), ieri sono stati registrati ben 58 casi contro i 56 di Viterbo. Con Nepi ormai vicino a cento.
La situazione inizia a farsi molto preoccupante e l’unico rimedio disponibile, quello delle prevenzione, non basta più. Ieri il sindaco Giampieri ha deciso di prendere altre due iniziative, dopo quella della chiusura delle scuole superiori e medie. La prima è quella di iniziare, con i medici di base e in collaborazione con la Asl, un servizio di tamponi rapidi e gratuiti per la popolazione.
Per questo motivo si è attivato con gli altri assessori per poter trovare una struttura accessibile a tutti. Potrebbero essere scelti i locali del Mise di piazza Marcantoni, che dispone anche di un ampio parcheggio.
Dei controlli a maglie larghe ne approfittano quasi tutte le fasce di età, con la certezza o quasi di non incappare in nessun controllo. «Non ci sono forze dell’ordine sufficienti – ha detto Giampieri - per sorvegliare un territorio molto ampio come il nostro. Sono poche le pattuglie in strada delle forze di polizia, che si devono muovere tra quattordici comuni. E Civita, che è anche la realtà più grande, ne risente. La stesso per la nostra polizia locale, che ha un territorio molto vasto da tenere sotto osservazione con soli sei agenti. Stiamo lavorando per trovare altre soluzioni».
Giampieri ha convocato per domani il Centro operativo comunale per trovare nuove strategie. Una potrebbe essere quella di attivare un coordinamento, con le associazioni di volontariato, per segnalare casi di assembramento o non utilizzo delle mascherine, per far intervenire prima possibile carabinieri, finanza e polizia locale. L’altra è quella di coinvolgere i centri commerciali, che presentano spesso situazioni a rischio.