«Borse Prada e bracciali Cortier per illecite azioni amministrative», ecco come la Tosini è finita nei guai

Flaminia Tosini
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Mercoledì 17 Marzo 2021, 06:30 - Ultimo aggiornamento: 12:44

Borse di Prada e bracciali di Cartier. 
Regali per il dirigente regionale Flaminia Tosini da parte dell’imprenditore Valter Lozza. Regali che secondo gli inquirenti sarebbero serviti per ungere gli ingaggi burocratici e facilitare le procedure.
Sono entrambi finiti agli arresti domiciliari per corruzione, concussione e turbata libertà di procedimento di scelta del contraente. 
I regali sarebbero stati “utilità immediate e dirette percepite dall'indagata a fronte delle illecite azioni amministrative”. Così scrive la gip del Tribunale di Roma che ha firmato l’ordinanza.
Secondo quanto ricostruisco dagli investigatori Lozza, grazie alla dirigente Tosini, avrebbe ottenuto indebitamente l'autorizzazione per la trasformazione della discarica per i rifiuti inerti di Monte Carnevale, a nuovo sito di smaltimento dei rifiuti derivanti dal trattamento di rsu della Capitale. Una pratica, che secondo gli inquirenti, sarebbe stata consolidata e messa in atto più volte. «La Tosini - spiega la gip nell’ordinanza - non contenta, orientava le determinazioni regionali, in tema di rifiuti, agli interessi dell'amico imprenditore che gestiva anche le discariche di Civitavecchia e Roccasecca».«Orientava le determinazioni regionali», «indebite scorciatoie» e «straordinarie astuzie». Sono solo alcune delle parole utilizzate dalla gip di Roma, Annalisa Marzano, per descrivere Flaminia Tosini. La dirigente regionale del settore politiche ambientali e ciclo dei rifiuti da ieri è agli arresti domiciliari con l’accusa di concussione, corruzione, e turbata libertà di procedimento di scelta del contraente.
Nel mirino della Procura di Roma, pm Paolo Ielo e Nunzia D’Elia, anche Valter Lozza, amministratore delle società 'Ngr Srl' e 'Mad Srl', operanti nel settore dello smaltimento rifiuti.
Non è la prima volta che la dirigente regionale e vicesindaco di Vetralla finisce nell’occhio della magistratura. Ma fino a questo momento ne è uscita sempre a testa alta. E ogni volta è stata assistita dall’avvocato Marco Valerio Mazzatosta.
Questa volta però l’accusa è strutturata e porta a luce quello che il gip definisce «un meccanismo criminoso, ben collaudato, estremamente pericoloso e pregiudizievole sia per la corretta e trasparente individuazione di un sito idoneo alla destinazione dei rifiuti solidi urbani della Capitale, che nella complessiva gestione degli interessi inerenti la gestione delle attività dedite allo smaltimento dei rifiuti e alla gestione delle discariche».
Per il gip «l'intero dipartimento della Regione Lazio, cruciale per la salvaguardia dell'interesse ambientale del territorio laziale, a causa delle condotte illecite poste in essere dalla sua dirigente è stato totalmente ripiegato sugli interessi privati di Lozza. L'indagata, pur ricoprendo un incarico piuttosto delicato, con una straordinaria astuzia e inconsueta disinvoltura, ha manipolato la procedura amministrativa e lo faceva ricorrendo ad indebite scorciatoie».
La dirigente è stata sospesa dall’incarico e nei prossimi giorni sarà sottoposta all’interrogatorio di garanzia.

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