Arsenico nell'acqua, il Cnr: «Troppi comuni sforano ancora il limite di legge»»

Una protesta a Viterbo per l'acqua potabile
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Martedì 17 Aprile 2018, 19:37
Acqua all'arsenico, l'emergenza nel Viterbese non è stata ancora superata. Secondo il Cnr (consiglio nazionale delle ricerche) sono 110 - soprattutto concentrati nel Lazio (90) e in Toscana (11) - i Comuni in cui la concentrazione di arsenico non riesce ancora a rientrare nei limiti stabiliti dalla legge.

I limiti sono quelli noti a livello europeo, cioè di 10 microgrammi per litro. Ma i comuni con livelli elvati, come molti nel Viterbese, possono avere una deroga che alza il limite massimo a 20. Lo ribadisce l'Istituto di ricerca sulle acque del Cnr sulla base di una elaborazione di Cittadinanzattiva-Legambiente. Il provvedimento di deroga interessa in totale oltre 963mila persone, la maggior parte a Viterbo (315.523) poi a Latina e Roma per il Lazio. In Toscana tocca le province di Livorno, Arezzo, Pisa e Siena.

Per l'arsenico nelle acque destinate a consumo umano il valore limite mira ad assicurare una condizione di sicurezza nell'intero arco della vita. Sono previste deroghe triennali e gli stati membri possono richiederle per un numero massimo di tre volte per risolvere i problemi che non consentono il temporaneo rispetto del valore limite e non per chiedere altre deroghe.

Nel complesso, «in Italia l'acqua è di buona qualità tanto che abbiamo il terzo posto in Europa», spiega il direttore dell'Isra-Cnr, Vito Felice Uricchio, precisando che la presenza di arsenico nell'acqua è «abbastanza diffusa» ed è «legata all'assetto geologico», in particolare all'origine vulcanica delle rocce, oppure all'azione dell'uomo, cioè all'industria o all'uso di erbicidi. Guardando la mappa delle falde acquifere in Italia, l'arsenico supera il limite di legge oltre che in Lazio e Toscana, anche in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Campania e Sardegna. Ma, spiega Uricchio, il problema viene aggirato prelevando «acqua di ottima qualità da invasi, laghi e altri bacini».
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