Arsenico, da lunedì rubinetti chiusi
per più di 80mila viterbesi

Arsenico, da lunedì rubinetti chiusi per più di 80mila viterbesi
di Massimo Chiaravalli
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Giovedì 27 Giugno 2013, 11:44 - Ultimo aggiornamento: 28 Giugno, 11:58
VITERBO - Time out per l’arsenico. E adesso il caos dietro l’angolo. Nei 12 Comuni dove le concentrazioni superano i 20 microgrammi per litro, compreso il capoluogo, da luned si rischia infatti la chiusura dei rubinetti: il tempo massimo per la realizzazione dei potabilizzatori scade domenica.

Lo dice a chiare lettere l’Istituto superiore di sanità. Ora sindaci e Talete hanno solo una strada: attendere che Iss o Ausl battano un colpo.



Il sindaco di Corchiano Bengasi Battisti - che pure non rientra nel caso avendo parametri tra 10 e 20 – conferma: «Secondo l’Iss e il tavolo tecnico della Regione Lazio dal primo luglio i rubinetti vanno chiusi. A noi toccherà invece il 31 dicembre 2014, se non realizzeranno prima gli impianti». Battisti dalla Ausl ha ricevuto una sanzione, «perché voleva farmeli chiudere subito», così come Talete.



Il cui presidente Marco Fedele ora è tra l’incudine e il martello, gestendo alcuni dei Comuni interessati dalla scadenza. «Se continuo a erogare acqua rischio altre multe – spiega – e se interrompo il servizio idrico sono lo stesso passibile di sanzione: che devo fare?». Il punto è questo: dove l’arsenico supera 20 l’Iss ha stabilito che in base al decreto legislativo 31 del 2001, i divieti su cui i sindaci hanno emesso il primo gennaio scorso le ordinanze vanno mantenuti «per un periodo il più possibile limitato – si legge nella nota – e comunque non oltre giugno 2013». Che diventa fine 2014 dove la concentrazione è tra 10 e 20.



Impossibile quindi prorogare le ordinanze, a meno che non arrivino indicazioni diverse nel giro di un paio di giorni.



I comuni coinvolti, in tutto o in parte, sono 12 (dati Ausl): Canino, Capranica, Carbognano, Castel Sant’Elia, Civita Castellana, Fabrica di Roma, Farnese, Nepi, Ronciglione, Tuscania, Vetralla, Viterbo (Castel d’Asso, Tobia e Carcarelle registrano rispettivamente 23, 24 e 37).



In tutto oltre 82mila persone, un quarto dei residenti dell’intera provincia. La sensazione di impotenza è al culmine. «I dearsenificatori promessi dalla Regione entro il 30 giugno – continua Fedele – non ci sono, ma i documenti parlano chiaro: la scadenza è domenica». Talete sta chiedendo lumi agli organi preposti, anche qualche sindaco si sta muovendo.



«Non sappiamo che fare, se interrompere l’acqua o meno. Ma il gestore – conclude - deve avere indicazioni perché non può decidere autonomamente. E poi comunque ci muoviamo, rischiamo nuove sanzioni».



Anche il segretario generale della Cgil, Miranda Perinelli, ha preso posizione: tra multe, fila alle casette dell’acqua e pagamento delle bollette «i rubinetti dal 1 luglio verranno chiusi in base al decreto del 2001. La situazione è assurda – commenta - e alla fine ci rimettono sempre i cittadini».



Articolo pubblicato su Il Messaggero del 27 giugno 2013
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