Marina Ovsyannikova, la giornalista arrestata dopo l'irruzione in tv è sotto processo a Ostankino

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Risolto il piccolo giallo di Marina Ovsyannikova, riapparsa in una foto scattata nel tribunale di Ostankino insieme a suo avvocato. Da ieri sera era irraggiungibile e si era temuto il peggio. La donna era stata arrestata dopo essere apparsa durante il Tg della Tv russa Canale 1 mostrando un cartello in cui chiedeva la fine della guerra in Ucraina. Prima del suo gesto la donna aveva registrato un messaggio in cui definiva quello che sta accadendo in Ucraina "un crimine, la cui responsabilità ricade solo su un uomo, Vladimir Putin".

La Ovsyannikova - che ha ricordato di avere un padre ucraino e una madre russa - ha ammesso di "vergognarsi" per aver lavorato per la tv russa negli ultimi anni "portando avanti la propaganda del Cremlino, permettendo alla gente di mentire dagli schermi televisivi e trasformando in zombie il popolo russo". Dopo avere ricordato come i russi hanno taciuto nel 2014, in occasione dell'annessione forzata della Crimea, e davanti all'avvelenamento di Navalny, la giornalista riconosce che "l'intero mondo ci ha voltato le spalle e non basteranno dieci generazioni di nostri discendenti per lavare le nostre mani da questa guerra fratricida". "Teppismo". Così il Cremlino ha intanto bollato il gesto di Marin Ovsyannikova, la giornalista scomparsa dopo aver interrotto il tg della tv russa Canale 1 mostrando un cartello in cui chiedeva la fine della guerra in Ucraina. "La trasmissione in diretta di qualsiasi canale televisivo è una dimensione speciale, in cui c'è una responsabilità specialmente per coloro che ci lavorano", ha dichiarato il portavoce Dmitry Peskov, precisando che il Cremlino non si sta occupando del caso.