Papa Francesco appare in forze (legge e cammina da solo): poi saluta un arabo e un israeliano, entrambi hanno perso una figlia

"Non guardano alle inimicizie della guerra, entrambi stanno passando per la stessa crocefissione"

Il Papa mentre stringe la mano ai due amici, uno arabo e l'altro israeliano, entrambi hanno perso una figlia
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 27 Marzo 2024, 10:45

Entra a piedi e da solo e senza l'ausilio della carrozzina. Mentre fa ingresso nell'aula Paolo VI l'aiutante papale che solitamente lo sorregge e lo sistema sulla sedia a rotelle, si tiene a debita distanza, mentre le telecamere riprendono Francesco che si aiuta col bastone a fatica, trascinandosi la gamba destra e avvicinandosi autonomamente allo scranno al centro del palco. I fedeli davanti a quello sforzo titanico hanno iniziato a urlare, forza Francesco, viva il Papa, avanti tutta. Un segno d'affetto ma simultaneamente anche un senso sollievo collettivo nel vedere con i propri occhi che le condizioni del pontefice non sono poi così fragili e gravi come era sembrato durante la messa delle Palme, domenica scorsa, quando dopo due ore all'aperto, sotto un vento di marzo davvero freddo, Francesco aveva scelto di non leggere l'omelia preparata, forse per accorciare un pochino la lunghissima cerimonia benchè, al termine, non si sia sottratto al giro previsto tra la folla sulla jeep scoperta per benedire i sessantamila fedeli. 

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In Aula Paolo VI  in prima fila siedono due ospiti particolari: due padri, uno israeliano e l'altro arabo, che hanno perso entrambi una figlia a causa della guerra. Il Papa li ha ringraziati per la testimonianza. «Ambedue anno perso le loro figlie e ambedue sono amici. Non guardano alle inimicizie della guerra ma all'amicizia, sono due uomini che si vogliono bene e stanno passando per la stessa crocefissione. Pensiamo a questa testimonianza di queste due persone. Che hanno sofferto nelle loro figlie durante. Cari fratelli grazie per la vostra testimonianza» ha ripetuto. I due uomini hanno perso le figlie prima del pogrom del 7 Ottobre (una in un attentato e  l'altra uccisa dall'esercito israeliano). Si chiamano Rami Elhanan e Bassam Aramin.

Smadar, la figlia 14enne di Rami, è stata uccisa da un kamikaze palestinese mentre faceva shopping con le amiche, nel centro di Gerusalemme. Abir, 10 anni, figlia di Bassam, è stata colpita a morte fuori dalla sua scuola da un giovane soldato israeliano. La loro storia è raccontata nel libro "Apeirogon" (Feltrinelli) dello scrittore irlandese Colum McCann, vincitore del Premio Terzani.

All'udienza del mercoledì i lettori nelle varie lingue hanno interpretato i passi biblici una delle lettere di Paolo ai Corinzi. Stamattina Francesco, invece di farsi 'prestare' la voce dal solito funzionario della segreteria di Stato al quale da un po' di tempo in qua affida le catechesi e le omelie perchè gravato dalla fatica e dalla tosse stizzosa, ha letto da solo ogni passaggio, facendo anche una battuta. «Oggi l'udienza era prevista in piazza ma per la pioggia è stata trasferita qui dentro. E' vero che sarete un po' ammucchiati ma almeno saremo non bagnati. Grazie della vostra pazienza».

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Il tema scelto per la meditazione è stato quello della pazienza. «Bisogna sopportare pazientemente le persone moleste (...) noi abbiamo l'abitudine di catalogare le persone con gli sbagli che fanno, e non va bene. Cerchiamo le persone per il loro cuore e i loro volti e non per gli sbagli. Per coltivare la pazienza virtù che da respiro alla vita bisogna ampliare lo sguardo, non restringendo il campo del mondo solo ai nostri guai». 

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