Città del Vaticano - La terribile fotografia della mamma con la sua bambina morta di sete nel deserto al confine tra la Libia e la Tunisia sembra essere al centro dell'appello di Papa Francesco ai governi europei e africani. La tragedia che si è consumata è simile a quella di altre migliaia e migliaia di persone che perdono la vita nel deserto alla ricerca di una vita migliore.
«Desidero attirare l'attenzione sul dramma che continua a consumarsi per i migranti nella parte settentrionale dell'Africa.
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Allo stesso tempo, dopo la preghiera mariana domenicale ha affrontato di petto la questione del climate change, consapevole che i cambiamenti climatici in atto sono alla base anche dei fenomeni migratori. Un aspetto evidenziato anche nella enciclica Laudato Si, promulgata nel 2015. «In questi giorni si stanno sperimentando, qui e in molti paesi, eventi climatici estremi. Da una parte varie regioni sono interessate da ondate anomale di caldo e colpite da devastanti incendi. Dall'altra, in non pochi luoghi vi sono nubifragi e inondazioni, come quelle che hanno flagellato nei giorni scorsi la Corea del Sud».
Infine il richiamo alla comunità internazionale al bisogno di rispettare i limiti delle emissioni di C02 stabiliti nelle conferenze. «Sono vicino a quanti soffrono e a coloro che stanno assistendo le vittime e gli sfollati». «E per favore - ha aggiunto -, rinnovo il mio appello ai responsabili delle Nazioni perché si faccia qualcosa di più concreto per limitare le emissioni inquinanti. È una sfida urgente e non si può rimandare. Riguarda tutti. Proteggiamo la nostra casa comune».
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