Sarà un viaggio ai confini meridionali dell'Europa denso di significati (anche politici). Tanto per cominciare il Papa metterà in evidenza le migrazioni che pressano il fortilizio europeo mentre l'Europa è sempre più sorda alle stragi di coloro che annegano in mare. Poi, parallelamente, verrà raccolto il grido di quegli Stati che si affacciano nel Mediterraneo sostanzialmente soli ad affrontare un fenomeno così massiccio. Infine non mancheranno riflessioni (negative) sul ruolo della Turchia. Ruota sostanzialmente attorno a questi punti il 35esimo viaggio internazionale di Francesco. Da oggi fino al 6 dicembre sarà prima sull’Isola di Cipro per poi spostarsi, dopo due giorni, in Grecia, facendo tappa ad Atene e Lesbo, l'isola a due passi dalle coste turche, tragicamente nota alle cronache per essere il più grande lager a cielo aperto in cui vivono migliaia di migranti che nessuno vuole accogliere.
Papa, crescono i contagi a Grecia e Cipro, paura per il viaggio papale, ad Atene con pass e tamponi
Al campo di Moria Papa Francesco era già andato nel 2016, portandosi sul volo di ritorno per Roma alcuni profughi siriani.
Il nodo migranti
Ancora una volta i paesi europei che il Papa ha scelto di visitare sono periferici e interessati fortemente al fenomeno migratorio. A Cipro (dove arriverà inaugurando il voto della Ita, la compagnia aerea sorta sulle ceneri di Alitalia) Francesco si troverà davanti ad una altra situazione drammatica: la divisione cipriota che permane dal 1974, quando i turchi dopo una guerra sanguinosa decisero di occupare la parte Nord. «La divisione dell'isola oggi non è più tollerabile. Penso che Cipro, grazie alla visita del Papa, possa essere ancora più vicina al resto dell'Europa. Il problema della auto-proclamata repubblica turca cipriota è effettivamente un problema in seno alla Comunità Europea. Mi rendo conto che forse sarà difficile per il Papa affrontare questo argomento esplicitamente ma noi ciprioti speriamo di avere il suo sostegno e quello di Bruxelles sul sentiero della riunificazione. Ci aspettiamo parole in questo senso» ha affermato il vescovo cipriota Salim Sfeir.
Padre Jerzy Kraj, religioso francescano, vicario patriarcale per Cipro, ha esortato i fedeli ciprioti ad accogliere il Papa nell’isola. Momento centrale del viaggio papale sarà la messa celebrata il 3 dicembre mattina nello stadio di Nicosia. Può contenere circa 22 mila persone, ma visto l'andamento pandemico (in peggioramento) il numero degli ammessi sarà drasticamente ridotto. L'organizzazione è stata rivista in questi giorni per applicare misure più rigorose. Alla messa si partecipa previa iscrizione e green pass. Sul sito cypruspapalvisit.info il frate francescano ha riferito che tutti sono invitati a partecipare facendo però attenzione al distanziamento, alle mascherine, all'obbligo di un tampone per chi non ha il green pass “A coloro che parteciperanno verrà consegnata una borsa contenente il libretto per la celebrazione, un berretto, una sciarpa, portachiavi e bandiere (cipriota e vaticana). Per arrivare allo stadio è consigliato l’uso di bus messi a disposizione (dietro un piccolo contributo) da tutte le città dell’isola”. Il rischio del contagio resta qualcosa di reale e difficilmente eludibile.
Questo viaggio è il secondo che Francesco porta avanti dopo la operazione al colon alla quale si è sottoposto nel luglio scorso. Tra qualche giorno (il 17 dicembre) il pontefice compirà 84 anni e, statisticamente parlando, è il pontefice più anziano ad aver intrapreso un viaggio internazionale. Il programma che lo attende a Cipro e in Grecia è piuttosto impegnativo: incontri, messe, decine di discorsi, spostamenti. Un vero e proprio banco di prova dal quale si potrà capire se l'anno prossimo riuscirà a realizzare viaggi inter continentali, tra cui quello in Oceania già slittato in passato a causa del Covid.
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