Asse tra la presidentessa della Grecia e il Papa contro Erdogan, errore far diventare moschea Santa Sofia

Asse tra la presidentessa della Grecia e il Papa contro Erdogan, errore far diventare moschea Santa Sofia
di Franca Giansoldati
3 Minuti di Lettura
Martedì 21 Luglio 2020, 09:26

Città del Vaticano – La presidentessa greca, Katerina Sakellaropoulou in una lunga telefonata con Papa Francesco avvenuta ieri, ha invitato il pontefice a visitare nel 2021 la Grecia (le mete dovrebbero essere Lesbo e Atene) in occasione del 200esimo anniversario della rivoluzione che ha portato lo stato ellenico all'indipendenza dall'Impero Ottomano.

Covid-19 permettendo il Papa ha accettato l'invito.

Nello stesso tempo la presidentessa ha chiesto aiuto a Francesco a proseguire il pressing internazionale sul presidente turco Erdogan deciso a trasformare il museo di Santa Sofia, a Istanbul, in moschea. L'edificio simbolo del cristianesimo in Oriente in origine era una basilica bizantina, ricca di meravigliosi mosaici raffiguranti Cristo e alcune scene del Vangelo, divenne moschea nel XV secolo con la vittoria ottomana e nel 1925 museo per volere di Ataturk.



La trasformazione in moschea verrà inaugurata ufficialmente, con una grande preghiera, venerdì prossimo, 24 luglio. I grandiosi mosaici saranno oscurati grazie ad un sofisticato sistema di luci che dovrebbe entrare in funzione all'inizio della preghiera per rendere invisibile ai musulmani l'iconografia cristiana che è incompatibile con la fede islamica.

Katerina Sakellaropoulou ha insistito con il Pontefice a che si proseguano gli sforzi per ripristinare lo status precedente della cattedrale, divenuta museo e posta sotto la tutela dell'Unesco nel 1985. Anche l'Onu ha formalmente protestato nei giorni scorsi per questo repentino cambiamento che non ha previsto alcuna consultazione internazionale. I patriarchi russo, quello di Costantinopoli e quello di Belgrado, in differenti prese di posizione, hanno sottolineato lo schiaffo che, così facendo, il presidente turco assesta al mondo della cristianità.

Il patriarca Bartolomeo ha aggiunto che le relazioni tra Islam e cristianesimo non potranno che peggiorare a causa di questa decisione. Il caso è stato anche al centro di una telefonata tra il presidente russo Putin e il presidente Erdogan finita però con un nulla di fatto poiché gli interessi economici esistenti tra Mosca e Ankara sono superiori per importanza a qualsiasi altro dissidio di natura culturale o religiosa.



Papa Francesco, secondo un comunicato della presidenza greca, si è detto d'accordo con le osservazioni di Sakellaropoulou, e ha riconosciuto i motivi politici della decisione di Erdogan e promettendo di proseguire i suoi sforzi per la revisione questa decisione.

Sakellaropoulou ha sottolineato che la decisione turca ferisce profondamente coloro che la considerano come principale simbolo del cristianesimo, appartenente all'umanità e al patrimonio culturale mondiale, «inoltre allontana la Turchia dai valori di uno stato laico e dai principi di tolleranza e pluralismo. Questa azione non è un affare interno della Turchia, ma una questione più ampia, per la quale la comunità internazionale deve esprimere la sua condanna in maniera diretta».



Katerina Sakellaropoulou è nata in Tessalonica nel 1956; alle spalle ha un lungo curriculum in campo giuridico e costituzionale. Nel gennaio di quest'anno è stata eletta prima donna presidentessa in Grecia con 261 voti su un totale di 300. 

In campo cattolico non tutti però sono contrari alla decisione di Erdogan a trasformare nuovamente la ex basilica-museo in una moschea. IN Germania, per esempio, ha fatto molto discutere la tesi di un gesuita assai noto, padre Felix Corner secondo il quale non si può essere tristi per la trasformazione di un museo in un luogo di culto. «Si può solo gioire». 




 

© RIPRODUZIONE RISERVATA