«Adesso tutto il mondo avrà la prova che la giustizia ecclesiale non esiste dopo che due vittime hanno denunciato tutto. Va bene, lasciamo la giustizia ecclesiale e rivolgiamoci a quella penale e civile. La Chiesa di Papa Francesco ha fallito, anche sulla credibilità» scrive Arturo Borrelli, una delle vittime, sulla sua pagina Facebook. I nomi delle due vittime appaiono nell'esito della sentenza diffuso dall'avvocato Stefano Bartone, difensore del sacerdote dinnanzi al tribunale ecclesiale.
Gli atti a carico di don Silverio Mura furono trasmessi dalla Curia napoletana (nella quale il sacerdote è tuttora incardinato) al tribunale della diocesi lombarda nel luglio scorso dopo che il Papa decise di riaprire il caso. Il processo ecclesiastico penale era stato promosso dalla Congregazione per la dottrina della fede. L'assoluzione del sacerdote napoletana arriva dopo quattro anni di istruttoria ma lascia l'amaro in bocca a molti e alcuni punti interrogativi ancora aperti. Uno tra tutti, sul perché il sacerdote di Ponticelli venne trasferito dalla curia di Napoli sotto falso nome a Montù Beccaria, un paese in provincia di Pavia.
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