Città del Vaticano – Entrare nelle chiese a manifestare seminudi e a pisciare sull'altare non è punibile perchè non si tratta di incitamento all'odio ma è solo una forma della libertà di espressione delle proprie idee. Non a caso l'ultima sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) sta causando forti malumori nel mondo cattolico. Alla base c'è un caso emblematico: la condanna alla Francia perchè un suo tribunale aveva condannato un'attivista femminista - membro delle Femen - che aveva mimato in una chiesa l'aborto della Madonna e aveva fatto la pipì su un altare mentre si denudava con la scritta sulla schiena “Il Papa non è un politico”.
Per la Cedu Eolise Bouton (che aveva manifestato nel 2013) nella chiesa della Madeleine a Parigi, esprimeva solo la sua opinione.
La Corte osserva ancora che le giurisdizioni francesi si sono «limitate a esaminare la questione della nudità del suo petto in un luogo di culto, senza prendere in considerazione il significato dato alla sua performance o le spiegazioni fornite sul significato dato alla loro nudità dalle attiviste dei Femen».
In pratica i cittadini europei sembrerebbero liberi di profanare i luoghi di culto cristiani, di offendere il sentimento religioso dei credenti e di compiere atti osceni all’interno di una chiesa, se questo non riguarda l'incitamento all'odio o alla violenza. Non solo. Lo Stato dovrà risarcire le persone ingiustamente condannate per avere manifestato le loro “opinioni” in un modo non convenzionale. In un post su Twitter l'attivista delle Femen ha dato notizia della sua vittoria.
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