Davide ucciso a caccia, scarcerato Piero Fabbri. Ritrovato il bossolo. «Sono felice ma ho una grande pena»

Davide ucciso a caccia, scarcerato Piero Fabbri. Ritrovato il bossolo. «Sono felice ma ho una grande pena»
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Martedì 14 Febbraio 2023, 17:29 - Ultimo aggiornamento: 19:45

ASSISI - Piero Fabbri, l'uomo accusato di aver inavvertitamente sparato un colpo di fucile che ha ucciso Davide Piampiano lo scorso 11 gennaio al parco del Subasio, torna libero. Lo ha deciso il giudice del tribunale di Firenze che ha disposto l'obbligo di firma.

Fabbri è stato arrestato lo scorso 27 gennaio e rinchiuso nel carcere di Capanne con l'accusa di omicidio volontario con dolo eventuale. Possibile a questo punto anche una rimodulazione dell'ipotesi accusatoria. Secondo quanto si apprende, tra le motivazioni che avrebbero portato a questa misura anche il ritrovamento da parte dei carabinieri del bossolo del colpo sparato in quel tragico pomeriggio di caccia che si trovava nel punto indicato da Fabbri durante l'interrogatorio.

Questo elemento, ma potrebbero essercene degli altri, avrebbe convinto il giudice del venire meno delle esigenze cautelari disponendo così l'immediata scarcerazione avvenuta nel pomeriggio di martedì. «Sono molto contento - ha detto Fabbri per bocca del suo legale, Luca Maori - anche se ho il cuore a pezzi per la morte del mio amico Davide». 

Da ricordare come da qualche giorno gli atti dell'indagine siano stati trasferiti al tribunbale di Firenze, competente per territorio in quanto la madre della vittima è giudice onorario al tribunale di Spoleto e Firenze è competente per i reati in cui sono coinvolti magistrati perugini.

La decisione è stata presa dal giudice su richiesta del pubblico ministero toscano. Il magistrato ha chiesto al medico legale una nuova valutazione delle lesioni riportate da Piampiano che ha portato ad escludere che il giovane potesse salvarsi in seguito al colpo. Negli atti del gip emerge tra l'altro che il reato contestato a Fabbri, difeso dall'avvocato Luca Maori, è stato riqualificato da omicidio volontario con dolo eventuale a colposo. Secondo il nuovo capo d'accusa Fabbri aveva sparato «senza intenzione» e la ferita subita da Piampiano era «di per sé idonea a cagionarne il decesso».

Diversa la versione della famiglia, rappresentata dall'avvocato Franco Matarangolo, secondo il quale Fabbri non
avrebbe dovuto comunque sparare.

Il legale intende anche chiedere ulteriori accertamenti.

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